PAOLA (CS) – Un milione e 250mila euro sarebbero spariti nel nulla.
Il gip di Paola ha rinviato ieri a giudizio undici persone ritenute responsabili della megatruffa ai danni dei frati minimi del santuario di San Francesco di Paola. Secondo quanto emerso sinora, il promotore finanziario cosentino Massilimiliano Cedolia avrebbe convinto i frati a trasferire il denaro delle offerte dal conto corrente di una banca di Amantea su un conto corrente on line di un istituto di credito del gruppo Ubi. Poi il denaro, attraverso i codici d’accesso ai conti correnti in suo possesso, sarebbe stato trasferito attraverso dei bonifici giustificati con l’ambigua causale ‘emarginazione contratti liquidità future’ in favore di Carmelina Preite, Grazia Magurno e Giancarlo Muselli. Gli altri indagati che saranno processati, dopo la decisione di ieri del gip Bortone, sono Maria Rosaria Punzo, Francesco Vidiri, Ofelia Vidiri, Francesca Paola Vidiri e Salvatore Magurno che saranno ascoltati il prossimo 16 settembre. Ad optare invece per il rito abbreviato cui udienza è stata fisata per il 22 Settembre prossimo, i genitori di Cedolia: Attilio Cedolia e Adua Preite.
Il conto corrente on line pare sia stato acceso nel 2007, ma il raggiro si sarebbe palesato solo nel momento in cui il tesoriere del santuario Franco Russo, ora costituitosi come parte civile, è stato trasferito a Roma consegnando l’intera contabilità al suo successore. L’accaduto fu denunciato dopo diverso tempo dai frati francescani che intesero prima fare degli accertamenti interni per verificare dove fosse finito il denaro dei fedeli. I due coniugi Franceso Vidiri e Grazia Magurno per occultare i beni a loro intestati avrebbero modificato su alcuni documenti la propria data di nascita creando dei falsi codici fiscali al fine di rendere ‘invisibile’ la proprietà di cinque immobili a Diamante, sequestrati la scorsa estate dalle Fiamme Gialle. L’ordine dei francescani paolano ora chiede un risarcimento da circa 3 milioni di euro per i danni patrimoniali e d’immagine subiti, a difenderli è l’avvocato Nicola Gaetano noto per essere comparso, insieme al figlio del senatore Antonio Gentile, nella lista delle ‘consulenze d’oro’ affidate senza alcun concorso ad evidenza pubblica dall’Asp di Cosenza.