Monsignor Nunzio Galantino riveste oggi la carica di Segretario generale della Cei, la Conferenza Episcopale Italiana assemblea permanente dei vescovi italiani
ROMA – “La mia esperienza di migrazione non è stata così lunga, ma sicuramente è stata positiva. Mi ha segnato molto: nei primi giorni in Svizzera ho vissuto addirittura nelle baracche insieme ad altri italiani. Ero li’ a fare il macellaio, avevo bisogno di pagarmi il seminario e potermi sostenere gli studi. Per fare questo l’unica possibilita’ era utilizzare le vacanze per lavorare e guadagnare il necessario per il sostentamento”. Lo ha detto il Segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, gia’ vescovo di Cassano, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, a margine della presentazione a Roma del ‘Rapporto italiani nel mondo 2017’, a cura della Fondazione Migrantes.
“Oggi come allora – ha aggiunto mons. Galantino – mi colpisce quello che noi diciamo degli immigrati. Ricordo una frase di un signore di un municipio svizzero: ‘Tra gli italiani ci sono gli stracci che ballano’. Voleva dire che lì in Svizzera andavano solo gli italiani senza arte ne’ parte. Ma questo non era e non e’ cosi’. E oggi mi piacerebbe che quell’espressione che oggi viene detta nei confronti dei migranti che raggiungono l’Italia venisse rivista”. “Tra le persone che arrivano nel nostro Paese – ha proseguito il Segretario generale della Cei – non tutti sono senza arte ne’ parte. Ho incontrato tante persone laureate con un bagaglio culturale e lavorativo molto forte che hanno dovuto lasciare il proprio Paese, per la guerra, per le condizioni climatiche avverse. Alcuni anche per sperimentare modelli nuovi di cultura. Bisogna uscire da certi schemi nei quali siamo stati costretti da slogan pro e contro l’immigrazione. Questo non fa bene a nessuno”.