Incendi: quell’auto sospetta e il coraggio di Antonio a difesa dell’ambiente e del suo paese

Una delle estati più calde dell’ultimo decennio sta svolgendo al termine e come di consueto è tempo di bilanci. L’estate 2017 in Calabria non verrà ricordata solo per il mare ed il turismo ma per un fenomeno preoccupante ed in continua crescita che ha letteralmente devastato la provincia di Cosenza: gli incendi.

 

PATERNO CALABRO (CS) – Arriva esattamente da Paterno Calabro, in provincia di Cosenza la storia che un nostro lettore ha voluto raccontarci chiedendoci però, di rimanere anonimo. E’ una storia diversa dai fatti di cronaca che spesso ci siamo limitati a scrivere, e che deve far riflettere per il grande senso civico e di responsabilità, da parte di questo cittadino, verso il proprio territorio e l’incolumità degli altri abitanti della zona.

Erano da poco passate le 13 di un normalissimo caldo giorno di agosto e Antonio (nome di fantasia, ndr) stava rientrando dal lavoro appena ripreso subito dopo ferragosto. Sulla Strada Statale 19 delle Calabrie/SP241  che collega il piccolo comune cosentino ai centri di Piano Lago e Rogliano, Antonio nota un’auto, una Smart, con due persone a bordo, in sosta, in una zona appartata e piena di fitta vegetazione. Incurante della temperatura afosa che stava tentando di combattere all’interno della sua auto con l’aria condizionata, prima affianca l’auto e poi, notando il fare sospettoso delle due persone a bordo, apparentemente di età compresa tra i 30 e i 40 anni, decide di abbassare il finestrino e chiedere spiegazioni della loro presenza in quella zona, visto che non erano facce del luogo.

I due, dapprima accusano una foratura ad una gomma dell’auto quale causa della loro sosta descrivendola come ‘forzata’ ma Antonio, si accorge che le quattro ruote del mezzo erano praticamente intatte e così incalza con le domande.

Uno dei soggetti, quello seduto al lato guida, cambia improvvisamente versione, dicendo che avendo bevuto qualche birra con l’amico, avevano deciso di sostare un attimo lì prima di riprendere il loro cammino. Ma Antonio capisce subito che le loro intenzioni sono ben diverse, e decide di stare al loro gioco  fingendosi convinto delle loro “motivazioni“. Così decide di proseguire tenendo d’occhio i due dallo specchietto retrovisore.

Percorsi nemmeno 200 metri, l’azione fulminea che toglie ogni dubbio: il passeggero scende dal mezzo e con fare sospettoso e veloce si avvicina al cofano dell’auto dove sicuramente ha nascosto qualcosa. Antonio avverte il pericolo e di colpo inverte il senso di marcia per tornare dai due che nel frattempo, vedendolo nuovamente arrivare, cercano velocemente e inutilmente di darsi alla fuga;  poco più avanti infatti vengono raggiunti.

Stavolta il tono di voce di Antonio è diverso, quasi minaccioso nei confronti dei due soggetti che, lo sente, hanno brutte intenzioni, e forse proprio quelle di devastare l’ambiente con qualche “idea piromane”, confermata dal fatto che alla richiesta di aprire il cofano, i due si rifiutano.

L’ultimo colpo di scena di quel caldo primo pomeriggio di metà agosto arriva quando uno dei due “signori” decide di togliere dalla tasca un tesserino di “sospetta natura” millantando di far parte di un non meglio noto “gruppo antincendio”. Per fortuna Antonio non cade nella trappola e avverte i due, di aver già preso targa e modello dell’auto, precisando di avere anche avvisato gli altri abitanti nella zona. Inoltre rivolgendosi ai due precisa ancora: “se succede qualcosa alla vegetazione o altro, mi rivolgo alle forze dell’ordine”.

E le cattive intenzioni dei due soggetti vengono pienamente messe a nudo quando, alla parola “forze dell’ordine”, scappano via cercando anche di speronare Antonio, dandosi alla fuga dalla statale in direzione Rogliano, e facendo perdere completamente le loro tracce. Le intenzioni dei due, semmai ce ne fosse ancora bisogno, non sembravano affatto buone visto anche il loro fare sospettoso e le bugie snocciolate una dietro l’altra. E chissà che l’intuizione di Antonio sia stata utile per evitare, almeno in quella zona, uno dei tanti disastri ambientali causati da quei maledetti piromani che hanno mandato in fumo mezza Calabria.

La segnalazione e la storia di Antonio vogliamo girarla ai nostri lettori: se anche voi avete notato una Smart con fare sospetto, aggirarsi nel vostro comune e in zone boschive, non esitate a contattare le forze dell’ordine.

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