Discarica ‘illegale’ nella Presila cosentina, dopo anni un mese di aria pulita

Gli ambientalisti continuano la battaglia per la chiusura dell’impianto. Il sindaco di Rovito tuona contro il ricorso presentato dall’azienda: “Il risarcimento chiesto dalla MiGa non ci fa paura”.


 
 
CELICO (CS) – “E’ passato un mese esatto dal 21 giugno 2017, giorno in cui il Dipartimento Ambiente della Regione Calabria ha disposto la sospensione immediata dei conferimenti di ogni tipo di rifiuto nell’impianto della MiGa di Celico. Siamo coscienti  – scrive in una nota il Comitato Ambientale Presilano – che il Governatore Oliverio abbia disposto l’emissione di quell’atto perché informato e quindi cosciente delle gravi conseguenze che, il perdurare delle lavorazioni e dello sversamento di rifiuti nell’impianto di Celico, avrebbe provocato nei paesi presilani. E di questo siamo grati a lui per la decisione presa e agli amministratori che hanno sostenuto le nostre tesi. Finalmente negli uffici della Regione Calabria è stato certificato che le emissioni pestilenziali e nocive non sono un’invenzione di pericolosi sovversivi, ma un problema serio da risolvere. Qualche giorno dopo il 21 giugno, la puzza pestilenziale, che per anni ha avvolto gli abitati, non è stata più percepita.
 
 
Nel frattempo, come ci si aspettava, la Mi. Ga. ha presentato ricorso al TAR; il Comitato ha sollecitato l’avvio dei lavori del pool che deve valutare le condizioni per il ritiro definitivo dell’AIA e, il 20 luglio, ha partecipato al primo sopralluogo tecnico in discarica. Ieri abbiamo scritto al Governatore, perché riteniamo indispensabile una sua presa di posizione energica: contro ARPACAL, per le menzogne diffuse sull’inesistenza di emissioni odorigene dall’impianto di Celico; contro il Dipartimento Ambiente, che tergiversa nell’individuazione di un percorso che porti alla definitiva chiusura di un impianto illegale che, ricordiamo, ha operato e forse continuerà ad operare solo grazie all’incapacità dello stesso Dipartimento di determinarne, in fase di rilascio dell’autorizzazione, l’impatto ambientale; perché la burocrazia regionale non si opponga con menzogne, come già accaduto, al ricorso al TAR presentato dal Comitato Ambientale Presilano e dal Comune di Rovito per il ritiro dell’AIA.
 
 
Siamo coscienti che i prossimi giorni saranno decisivi per chiudere definitivamente l’impianto di Celico. Sembra che il Dipartimento Ambiente abbia finalmente compreso che gran parte delle emissioni provengono dallo sversamento in discarica e l’autorizzazione ad installare dei mega capannoni con un impatto paesaggistico devastante non è servita a molto. Ma quello che ancora non è chiaro è che la richiesta della Presila intera è una sola: “La chiusura dell’impianto illegale di Celico” e su questo non saranno concessi sconti a nessuno. Invitiamo la cittadinanza a tenere alta l’attenzione. La Presila ha dimostrato e dimostrerà che quando è unita è capace di perseguire e raggiungere ogni obiettivo”.

LA REAZIONE DEL SINDACO DI ROVITO: “IL RISARCIMENTO CHIESTO DALLA MI. GA. NON CI FA PAURA”

 

“La richiesta di risarcimento di un milione di euro formulata dalla Mi.ga srl, la società che gestisce la discarica di Celico, nel recente ricorso presentato al Tar Calabria a seguito del provvedimento di sospensione dell’attività del sito assunto dalla Regione Calabria su sollecitazione dei sindaci dei comuni presilani, non ci fa paura e non rallenterà assolutamente la nostra battaglia”.  E’ quanto afferma, in una nota, il sindaco di Rovito e consigliere provinciale di Cosenza, Felice D’Alessandro, che riafferma con determinazione la volontà dell’amministrazione comunale da lui guidata di proseguire ad oltranza la battaglia a tutela della salute pubblica ed a salvaguardia dell’ambiente. “Ciò che ci spinge ad andare avanti con sempre maggiore convinzione e determinazione – prosegue D’Alessandro – è la piena consapevolezza di essere nel giusto, in una azione esclusivamente finalizzata alla difesa di un sacrosanto ed inalienabile diritto, che riguarda la salvaguardia della salute e la difesa del nostro straordinario patrimonio paesaggistico e naturale. A tal proposito cogliamo l’occasione per ribadire, ancora una volta, che non arretreremo di un millimetro fino a quando non avremo raggiunto l’obiettivo finale, che riguarda la chiusura definitiva dell’impianto.

 

In tal senso attendiamo con fiducia l’esito delle valutazioni dei giudici amministrativi sul ricorso presentato dalla Mi.Ga., ma anche su quello presentato dal Comune di Rovito per il ritiro all’azienda dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) che, da oltre due anni, attende una risposta. L’augurio che formuliamo a noi stessi e alle nostre popolazioni – prosegue D’Alessandro – è che, dopo le istituzioni e la politica, finalmente anche i giudici amministrativi esprimano sulla questione un giudizio di merito complessivo e definitivo, ponendo al di sopra di tutto la salvaguardia della salute dei cittadini e le potenzialità di crescita e di sviluppo di un intero comprensorio. Nelle more, comunque, ci predisponiamo ad attivare tutte le iniziative necessarie per contrastare efficacemente qualsiasi azione o tentativo si muova in direzione opposta alla nostra.

 

A tal fine abbiamo già chiesto, con apposita lettera protocollata lo scorso 12 luglio alla Regione Calabria, di essere tempestivamente e direttamente informati circa gli incontri e le attività che sulla discarica di Celico intenderà organizzare il dipartimento regionale all’ambiente. Una richiesta che, evidentemente, non è stata tenuta nella giusta e dovuta considerazione non avendo ricevuto, l’Amministrazione comunale di Rovito, alcuna informazione preventiva rispetto al sopralluogo che l’Arpacal ha effettuato nella giornata di giovedì, 20 luglio scorso, presso la discarica ed al quale avremmo voluto e dovuto presenziare essendo parte in causa di una vicenda sulla quale, lo ribadiamo ancora una volta, non abbiamo alcuna intenzione di delegare o demandare ad altri valutazioni, azioni e determinazioni di merito. Siamo certi – conclude D’Alessandro – che in futuro non ci saranno ulteriori equivoci e che ogni soggetto coinvolto in questa triste ma esaltante battaglia per la difesa dei diritti fondamentali dei cittadini, potrà esprimere liberamente le proprie posizioni ed offrire tutti gli eventuali contributi, le competenze e le proposte che riterrà di potere e dovere avanzare”.

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