CELICO (CS) – Ieri la chiusura e la protesta, oggi la discarica di località San Nicola riapre.
Pare infatti che dalla Regione Calabria, siano arrivate rassicurazioni sul pagamento di una parte delle spettanze arretrate nei confronti della Miga Srl che gestisce l’impianto, riaperto per far fronte all’emergenza rifiuti nei mesi scorsi. Un’emergenza però, che non ha trovato ancora una soluzione concreta e definitiva. Tali pagamenti si erano fermati al mese di febbraio scorso ed hanno portato la società a sospendere l’attività in quanto impossibilitata a pagare i propri dipendenti. Ma c’è un’altra questione sulla quale è intervenuto duramente il Comitato Ambientale Presilano, ovvero la decisione della Miga Srl di chiudere l’impianto di Celico, casualmente il giorno dopo l’entrata in vigore dell’ordinanza comunale che vieta il transito ai mezzi autotreni e autoarticolati sulla strada provinciale 256, con lo scopo di ristabilire un minimo di legalità lungo una strada che risulterebbe non idonea a sopportare un traffico merci di quella portata. E i camion più grandi, bloccati dagli attivisti del comitato lunedì scorso, sono stati fatti tornare indietro.
“Per questo la Mi.Ga. Srlha deciso di chiudere la discarica – è scritto in una nota del Comitato – pur accampando ancora una volta la scusa del mancato pagamento delle spettanze da parte della Regione Calabria. Come già accaduto più volte, i privati battono cassa e tentano di alzare la posta in palio chiudendo l’impianto, costruendo a tavolino l’ennesima emergenza rifiuti in Calabria. Quello che succederà nei prossimi giorni è infatti scontato e facilmente prevedibile. Le città e i paesi saranno invasi dalla spazzatura e la Regione chiederà al Prefetto di ristabilire l’ordine pubblico, chiedendo la revoca dell’ordinanza del Comune di Celico, a causa dell’ennesima “emergenza” creata ad arte”. La situazione attuale denunciata dal Comitato Ambientale Presilano, è che il “tal quale”, che invade con la puzza l’intera vallata, è più remunerativo di qualsiasi residuo indifferenziato. Inoltre si eviterebbero, sempre grazie all’emergenza, i pretrattamenti imposti per legge che oberano di lavoro le vasche della biostabilizzazione e rallentano gli incassi del privato.
Secondo il Comitato il reiterarsi, per giunta con tale frequenza, dello stato di “emergenza” dimostra ancora una volta l’incapacità e la mancanza di volontà di gestire il ciclo dei rifiuti in modo più moderno ed efficiente in una regione come la Calabria, in cui vivono poco meno di 2 milioni di persone che producono appena 900 mila tonnellate all’anno, e che qualora si dovesse davvero ricorrere a questo strumento, tanto caro alla politica che non sa programmare, vi opporrà deciso rifiuto. Per questo motivo gli attivisti che difendono il territorio di Celico, tornano sulla loro proposta per affrontare il problema: “L’unica strada percorribile è l’attuazione di politiche di raccolta e smistamento differenziato e di riciclo, secondo le recenti direttive europee, che sono poi le basi della strategia Rifiuti Zero.Invitiamo tutti gli uomini sinceri e dotati di buona volontà a partecipare a questa lotta democratica e civile, tenendosi pronti ad una sacrosanta protesta qualora la situazione lo richieda, per continuare ad affermare con forza che la Presila non sarà mai la discarica della Calabria!”.