AMENDOLARA (CS) – ‘A piedi non si puo’ andare, ti ammazzano i camion’.
Lo sanno tutti quelli che abitano nel circondario. E non smettono di ripeterlo. A pochi metri dalle loro case ci sono negozi e bar, ma senza auto non ci si può andare. Né a Roseto, né ad Oriolo, né al mare perché c’è la ferrovia da attraversare. Anche in bici è pericoloso. Auto e autocarri sfrecciano sfiorando il guardrail. La carreggiata del ponte che attraversa il fiume Ferro, al confine tra Amendolara e Roseto Capo Spulico, è troppo stretta e non ci sono marciapiedi. Ci sono nelle nuove gallerie, a pochi chilometri di distanza, ma non sul ponte. L’incubo di vivere a ridosso di un viadotto della ‘statale della morte’ tiene sotto scacco circa un centinaio di residenti. E tutti i camionisti che transitano in quel tratto di ss 106, costretti a fermarsi per far passare gli altri autotrasportatori per evitare cruenti scontri frontali.
Il ponte, pare essere stato costruito senza prevedere che due camion, contemporaneamente, potessero attraversarlo in direzioni opposte. Non è stato contemplato. “L’Anas un paio d’anni fa ha fatto un sopralluogo per verificare la possibilità di allargare le carreggiata. Nel frattempo però si parla della costruzione di un altro tratto stradale – spiega uno degli abitanti del quartiere – ci vorranno almeno dieci anni e decine di morti finchè la mettano in sicurezza”. Di incidenti mortali nel tratto stradale al confine tra Amendolara e Roseto Capo Spulico se ne contano diversi. A perdere la vita: nel 2006 due tifosi catanesi Carmelo Ligreci e il ventenne Fabio Seminara in trasferta per il match che avrebbe potuto sancire l’ascesa del Catania in A; nel 2009 un camionista trentenne alla guida di un furgone scontratosi con un autoarticolato; nel 2012 un 74enne a bordo di un’Alfa Romeo schiantatasi contro un furgoncino tra Oriolo e Amendolara. Per ora, l’unico antidoto al ‘ponte/trappola’ resta il rallentare, sperando di non incrociare un camion.
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