Fotoreportage – Da Cetraro a Fuscaldo, coste distrutte dall’erosione. E arrivano solo 4 milioni

Imminenti i lavori per contrastare l’erosione costiera per i quali sono stati stanziati 38 milioni di euro, solo 4 dei quali però destinati ai tratti che vanno da Cetraro e Fuscaldo. Spiccioli se si considera la situazione disastrosa in cui versa la costa tirrenica cosentina. Siamo andati a vedere in che condizioni si trovano queste zone con la stagione estiva alle porte… e c’è poco da stare allegri

 

COSENZA – Problematica di lungo corso quella dell’erosione costiera in Calabria, letteralmente precipitata negli ultimi 5 anni, assumendo carattere preoccupante ed allarmante. Da tempo i residenti e proprietari di seconde case vicino al mare, hanno dovuto provvedere a spese proprie agli ingenti danni provocati dal mare che ha letteralmente ingoiato strade, giardini e veri e propri tratti di lungomare.  E’ di questi giorni la notizia che per il tratto di costa tirrenica cosentina che va da Fuscaldo a Cetraro, il più flagellato dall’erosione costiera, finalmente che la Regione Calabria ha deciso di destinare alcuni fondi per gli interventi immediati di messa in sicurezza. Si tratta di una piccola parte, ovvero 4 milioni di euro, dello stanziamento ben più consistente di 38 milioni arrivato dal ministero dello sviluppo economico per il contrasto all’erosione costiera. Insomma finalmente sembra che qualcosa inizi a muoversi. Dopo tante parole e promesse una notizia importante.

Se non fosse che gli interventi, almeno per il momento, non solo teorici.  C’è poco da festeggiare perché a tutt’oggi, 2 maggio, non solo non è partito alcun tipo di lavoro, ma quei 4 milioni di euro, con la reale situazione di queste zone sembrano spiccioli. L’assessore regionale alle Infrastrutture Roberto Musmanno ha annunciato nei giorni scorsi: “Si parte con i lavori di messa in sicurezza delle aree a rischio di erosione costiera del tratto di costa Cetraro-Acquappesa-Guardia Piemontese e Fuscaldo. Opere necessarie a risolvere o quantomeno mitigare gli effetti delle mareggiate che nel corso degli ultimi anni hanno messo in ginocchio molti comuni costieri maggiormente esposti a questo fenomeno“. E noi siamo andati a controllare di persona in che situazione si trovano i tratti di costa che saranno interessati dagli interventi e cosa di concreto prevedono questi interventi, considerando che la stagione estiva oramai è dietro l’angolo.

 

Da metà maggio,inizio giugno, inizieranno i lavori ad Acquappesa e Fuscaldo

L’erosione costiera è una problematica complessa e va affrontata a 360° perché laddove si interviene ‘bloccando’ il mare, questo si sposta e va ad affliggere un’altra parte di costa. Un cane che si morde la coda. Per ora dunque, è stato deciso l’avvio del progetto di Master plan per la difesa costiera, ma i lavori (se tutto va bene) saranno conclusi almeno tra nove mesi. Il direttore dei lavori Paolo Papalino e Alberto Borsani, che ha redatto il progetto hanno anche illustrato la tipologia di interventi e il cronoprogramma.

Acquappesa (5)
Acquappesa
Fuscaldo (3)
Fuscaldo

A Fuscaldo sono previsti sette pennelli ex-novo oltre ai due già esistenti che saranno rinforzati e i lavori partiranno dalla Marina Pescatori fino a Messinette, la zona più colpita, dove i cittadini e residenti hanno speso migliaia di euro per ‘salvare’ le loro case dalla forza del mare. Ad Acquappesa invece, è prevista una cosiddetta opera a ‘T’ con soffolta semisommersa (scogliera artificiale) e rinforzo dei pennelli presenti a nord del litorale. Per tutti i comuni invece, è previsto un ripascimento (riaccumulazione) di 16mila metri cubi di sabbia. Almeno in un primo momenti gli interventi primari saranno questi, utili a contrastare contrastare le gravi criticità dei tratti di costa dove sorgono case e lungomare. Per il momento questa è la situazione da risolvere nelle quattro aree del tirreno cosentino, nelle quali sono previsti gli interventi

GUARDIA PIEMONTESE

Guardia (4)

Guardia (3)

Guardia (2)

Guardia (1)

ACQUAPPESA

Acquappesa (9)

Acquappesa (8)

Acquappesa (7)

Acquappesa (6)

Acquappesa (1)

 

CETRARO

Cetraro (5)

Cetraro (4)

Cetraro (3)

Cetraro (2)

Cetraro (1)

FUSCALDO 

Fuscaldo (5)

Fuscaldo (4)

Fuscaldo (2)

Fuscaldo (1)

Ricordiamo che in 23 anni, dal 1988 al 2011 Legambiente, grazie alle sovrapposizioni delle foto satellitari, ha fatto un raffronto con quella che era l’occupazione della costa all’epoca e come si è evoluta nei 23 anni presi in esame. Dall’indagine, si evince che in questo lasso temporale sono stati consumati 11 km di costa, e il motivo principale sta nella costruzione di seconde case e per attività turistiche.

Questo fenomeno interessa in maniera piuttosto diffusa tutta la costa calabrese, ma in particolare quella tirrenica. Un susseguirsi di nuove realizzazioni che hanno occupato vuoti, cancellato importanti aree agricole, intaccato paesaggi montuosi di rara bellezza, avvicinato i centri esistenti, densificato e cementificato in maniera irresponsabile un patrimonio naturale inestimabile.  La Calabria ha complessivamente un totale di 798 km di coste, dal Comune di Tortora Marina sul Mar Tirreno al Comune di Rocca Imperiale sul Mare Jonio che la separano dalla Basilicata. Oggi 523 chilometri (il 65%) della costa calabra sono urbanizzati e dunque trasformati da interventi antropici legali e abusivi. In particolare 56,8 km risultano occupati da infrastrutture, viarie e portuali; 205,5 km risultano occupati dai centri urbani principali, mentre 261 sono i chilometri trasformati da una urbanizzazione poco densa, diffusa lungo la linea di costa.

Restano ‘liberi’, a rischio cementificazione, 119 km di suoli agricoli e 156 km di natura inalterata. A questa prima analisi si è aggiunta, una seconda indagine che ha riguardato la morfologia della linea di costa: sono 614 i chilometri di spiaggia, 128 quelli di costa rocciosa, mentre ben 56, sono i chilometri di costa trasformati, in maniera irreversibile, con banchine e riempimenti legati agli usi portuali. Dati preoccupanti, soprattutto se si considera che in futuro, in mancanza di un’appropriata tutela, potrebbero scomparire altri tratti di costa e spiagge ancora libere dal cemento. Un peccato oltre che un danno notevole, considerato che la Calabria, con i suoi oltre 700 chilometri corrisponde al 19% della costa italiana.

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