RENDE (CS) – Forse in pochi sanno, che Gioacchino da Fiore, l’abate di Celico morto a San Giovanni in Fiore, è stato un punto di riferimento per il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, nella stesura della sua tesi di laurea.
Pochi sono anche coloro i quali non conoscono come la Calabria, e i suoi intellettuali, abbiano avuto un ruolo portante nella storia italiana. A raccontarci nei dettagli le dinamiche dei fatti, è lo storico della regione Calabria, Spartaco Pupo il quale afferma che ”un manipolo di intellettuali meridionali, campani ma sopratutto calabresi, hanno anticipato con le loro idee di almeno un secolo e mezzo, l’ideale repubblicano. La Repubblica sarebbe quindi opera di intellettuali meridionali. Il processo di unificazione italiana che è avvenuto, quasi un mezzo secolo dopo, è avvenuto su un livello diverso da quello delle idee: quello militare, economico, di annessione politica dei territori, si pensi alla missione di Garibaldi. Ma da un punto di vista culturale questo movimento è stato preparato in netto anticipo già verso la fine del 1700 da autori riformatori, realisti, come i fratelli Francesco e Antonio Grimaldi, Francesco Antonio Salfi e altri meno noti. Se siamo qui, se abbiamo costruito l’Italia unita è grazie ai piemontesi, ma dal punto di vista culturale autori meridionali anticiparono gli eventi. Le idee le abbiamo messe noi, loro ci hanno messo l’esercito, le armi e sopratutto i soldi.” La nostra è una Calabria socialmente disastrata e debole, contrapposta alle proprie spiccate risorse intellettuali, che d’altronde avendo come avi Telesio e Gioacchino da Fiore, non potevano che produrre solo nobili e sagge idee che hanno fatto la storia. Una storia che sarebbe bene rispolverare per avere consapevolezza di una realtà che non viene insegnata. Ma che da alcuni, come il presidente statunitense, viene invece studiata e analizzata con dovizia di dettagli.
