BISIGNANO (CS) – Agli inizi di Marzo, il ministro Franceschini, fresco di nomina, firmava l’elenco dei beni culturali beneficiari dei finanziamenti erogati dal Governo.
Fra questi non figurava il Santuario ed il convento di Sant’Umile chiuso dal febbraio del 2010 a causa di uno smottamento che ne compromette la stabilità. Luogo di culto, punto di riferimento dell’intera Calabria ed oltre, il convento e la chiesa ospitano il secondo Santo di Calabria, quel Santo caro a quanti, sono stati colpiti e coinvolti dalla sua obbedienza e povertà. La levata di scudi contro il provvedimento era stata unanime ed arrivava sia dal fronte delle opposizioni che dalla maggioranza ma, dopo i proclami e il compimento dell’atto politico, tutto è ritornato nel dimenticatoio. Eppure, Umile Maiuri, attuale presidente del consiglio comunale, delegato alle politiche giovanili ed al turismo, aveva espresso tutto il suo disappunto in una lettera indirizzata proprio al ministro Franceschini. Nella missiva, chiedeva “quali sono stati i criteri che hanno portato all’assegnazione dei fondi, perché il convento di Sant’Umile, luogo santo e turistico di immenso valore è stato ignorato”. Altra dura reazione arrivava da casa PD a firma del segretario di sezione Rosario Perri “è davvero assurdo che il Santuario della Riforma non abbia usufruito dei fondi per i beni culturali. Io chiederò ai deputati del pd di fare un’interrogazione dobbiamo assolutamente capire i motivi per i quali Bisignano non è rientrato nel progetto”. Infine le preoccupazioni del segretario udc, Graziano Fusaro: “suona come un ulteriore schiaffo alla nostra Città: il Governo ignora non solo un gioiello di storia e cultura, ma un vero e proprio scrigno di fede per Bisignano e per tutta la Calabria. Nella dinamica dei finanziamenti non si capisce, in particolar modo, la ‘ratio’ con cui vengono giustamente stanziati due milioni di euro per il Santuario di San Francesco di Paola e, nello stesso tempo, non viene riservato lo stesso trattamento al Convento del secondo Santo di Calabria che cosi tanto ne avrebbe bisogno”. Questo succedeva ad inizio marzo. A distanza di oltre un mese dell’argomento non si parla più. Nessuno sa se Franceschini ha risposto a Maiuri, se Perri ha interessato i parlamentari PD, se Fusaro ha messo in cantiere azioni per “profondere un maggiore sforzo per richiamare la giusta attenzione sui Tesori che la nostra Città custodisce”. L’unica cosa certa è che il Santo resta “sfrattato”.