ROGGIANO – L’impianto non risulta essere funzionante, scattano le denunce.
Dopo l’operazione “Calypso” che ha portato questa estate al sequestro di 10 depuratori nella fascia ionica cosentina e i sigilli messi a quello di Lattarico nei giorni scorsi anche depuratore comunale di Roggiano è stato oggetto di sequestro. Ad intervenire sono stati gli uomini del Nipaf , Nucleo Investigativo del Corpo Forestale di Cosenza, che hanno riscontrato il mancato funzionamento dell’impianto deferendo all’autorità giudiziaria cinque persone, tra amministratori, tecnici comunali e gestori dello stesso. Le acque che convogliavano nel depuratore confluivano senza alcun trattamento di depurazione nel torrente “Fullone”, iscritto nelle acque pubbliche. Nonostante sull’impianto fossero stati effettuati lavori di somma urgenza per diverse migliaia di euro l’impianto non è mai entrato in funzione. Ottantamila euro spesi per continuare a riversare nel fiume acqua ‘sporca’. La gestione dell’impianto, ‘vetusto e fatiscente’ come lo hanno definito gli agenti della forestale prevedeva che per l’anno successivo all’esecuzione dei lavori l’azienda che avesse vinto l’appalto avrebbe dovuto preoccuparsi della messa in funzione del depuratore. Ma così non è stato. Per tali motivi le persone indagate dovranno rispondere di“attività di gestione rifiuti speciali non autorizzata”, “scarico di acque reflue non autorizzato”, “danneggiamento e “distruzione e deturpamento di bellezze naturali”.