SIBARI – Trappole per gli ignari automobilisti posizionati dai comuni con l’obiettivo di fare cassa, o dissuasori di velocità per ridurre gli incidenti stradali sulla famigerata S.S. 106?
Il dubbio si pone con tutta evidenza se si tiene conto della discutibile dislocazione degli autovelox sul tratto di S.S. 106 che va da Villapiana a Rocca Imperiale. Un tratto di strada certamente pericoloso ma che da gran parte degli automobilisti di passaggio viene considerato un generoso “bancomat” per i comuni. C’è infatti un misuratore di velocità in ognuno dei 5 paesi attraversati dalla 106, tranne che nel comune di Trebisacce dove, guarda caso, gli incidenti nel corso degli anni sono stati più numerosi e più gravi, sia per il numero dei sinistri che per il numero delle vittime. Basti ricordare solo gli ultimi due, che hanno provocato ben 4 vittime ed un gran numero di feriti. Per non parlare di quello più grave capitato circa 20 anni orsono allorquando, complice proprio la velocità di una Alfa 164, perirono 7/8 persone. Tutti questi incidenti, e molti altri ancora, si sono verificati nei due tratti di strada che, superato il tratto di Variante che sale in quota, ritorna in piano mediante due tratti di pericolosa discesa sui quali gli automobilisti, in assenza di dissuasori di velocità, premono a fondo sull’acceleratore facendo diventare quel tratto di strada più pericoloso, per sé e per gli altri. Vero è che il comune di Trebisacce, per vari motivi, al momento non è in condizione di attivare il proprio autovelox ma, a pensarci bene, potrebbe essere proprio quello un espediente per risanare il proprio bilancio. Come del resto fanno gli altri. Per la verità la conta dei morti che si ripropone ogni volta che succede un incidente continua a porre domande angosciose sulle responsabilità dei ritardi circa l’adeguamento e la messa in sicurezza della “strada della morte”. Ma anche la strana dislocazione degli autovelox meriterebbe una riflessione da parte di chi autorizza l’istituzione dei cosiddetti dissuasori di velocità. Passi infatti per paesi come Amendolara e Roseto, che ancora vengono attraversati, in parte o in toto, dalla vecchia S.S. 106: qui, più che altrove, è infatti in gioco la sicurezza dei pedoni e la vivibilità dei centri abitati, ma come si spiegano gli autovelox su tratti di strada già adeguata, su cui non è mai capitato un incidente? E come si può spiegare diversamente l’occhio di falco fisso installato da qualche mese su entrambe le carreggiate della comoda e moderna “4 corsie” di Rocca Imperiale, su cui a memoria d’uomo non si ricorda un incidente e per la cui installazione il comune pare abbia affrontato una spesa superiore a 100mila euro? Domande legittime, tutte queste, che rischiano di accreditare il dubbio che, più che puntare sulla sicurezza dei cittadini, si punti sul loro portafogli per fare cassa.
Pino La Rocca (www.sibarinet.it)