Feto umano scaraventato in un vicolo del centro storico

MANDATORICCIO – Abbandonato in pieno centro, tra i passanti durante la festa del paese.

A notare il corpicino privo di vita una donna residente nel piccolo centro del litorale jonico, che passeggiando con la figlia è stata protagonista della macabra scoperta. Il feto, che misura circa 12 centimetri, secondo i rilievi del medico legale accorso sul posto, sarebbe un prodotto abortivo di una gravidanza interrotta intorno al terzo mese di gestazione. Ritrovato dai passanti che hanno immediatamente provveduto ad avvisare il sindaco che a sua volta ha allertato le forze dell’ordine il feto esanime è stato trasportato all’obitorio di Rossano per gli esami specialistici. Il patologo neonatale dell’ospedale di Rossano, effettuati gli accertamenti sul feto, ha verificato che l’aborto potrebbe essere avvenuto verosimilmente per cause naturali. Un aborto spontaneo sul quale i carabinieri di Mandatoriccio puntano a fare luce per le circostanze oscure del ritrovamento del feto. La Procura della Repubblica di Rossano ha già provveduto ad aprire un fascicolo sul caso mentre indaga sui ricoveri e gli accessi in pronto soccorso per emorragia registrati nelle ultime ore. Gli accertamenti effettuati ieri in tutti i pronto soccorso della zona, e del resto della provincia, però non hanno riscontrato nessun referto di donne soccorse in seguito a traumi da parto o da aborto. Il corpicino da quanto emerge dai rilievi degli inquirenti sarebbe stato letteralmente gettato tra i vicoli del centro storico di Mandatoriccio nel pomeriggio di martedì per poi essere rinvenuto in serata intorno alle 22. Lasciato in strada come un sacchetto dell’immondizia. Senza un telo, senza uno straccio, senza neanche un sacchetto di plastica che lo coprisse. Esposto alla calura estiva delle ore pomeridiane il feto, secondo quanto accertato dai militari della locale stazione dei carabinieri, non era umido e pare fosse privo di tracce ematiche. Il feto quindi dopo essere stato estratto dal corpo della partoriente è verosimile che sia stato lavato prima di essere ‘tumulato’ lasciandolo putrefarre tra i vicoli del centro, in un quartiere abitato soprattutto da migranti di nazionalità rumena. La comunità del piccolo paese jonico è sotto choc.

 

“Giunto sul posto perché chiamato da un collaboratore del Comune mio malgrado ho verificato che quanto ritrovato per terra fosse un feto”. Lo ha detto il sindaco di Mandatoriccio, Angelo Donnici. ”Non mi era mai capitato – ha aggiunto – nella mia esperienza oltre che di sindaco di avvocato di vedere una cosa del genere. Era evidente persino il cordone ombelicale anche se piccolissimo. Se dovesse essere confermata l’ipotesi che si tratta di un feto umano direi che resterei sgomento. Tutta la Comunità di Mandatoriccio è sbigottita anche perché quando è stato ritrovato il feto, era in corso la festa del paese e tanta gente si stava divertendo e rilassando”. ”Spero nei prossimi giorni – ha concluso Donnici – di avere un incontro con il parroco del paese e con l’arcivescovo per discutere di eventuali iniziative a salvaguardia della vita umana”. Quanto accaduto a Mandatoriccio è un evento drammatico destinato a scuotere la coscienza, troppo spesso assopita, della cosiddetta civiltà”. E’ quanto affermano – in una nota congiunta – il Vescovo di Rossano, mons. Santo Marciano’, ed il Centro di pastorale della Vita. ”Il ritrovamento – prosegue la nota – del feto umano abbandonato per strada come un qualsiasi rifiuto e ritrovato da alcuni passanti, testimonia, infatti, la perdita di quella dignità che ogni essere umano fin dal concepimento merita, in virtù della sua stessa esistenza. Testimonia, altresì, la pericolosa deriva morale che caratterizza la nostra società sempre più permeata di una cultura della morte che miete vittime innocenti mentre tenta di giustificare se stessa e i propri diritti. Di fronte a quel corpicino abbandonato, a quella vita spezzata nel suo sorgere, si profila il dramma di un umanesimo che sta perdendo il senso più profondo del valore di ogni vita”. ”Pur non conoscendo il dramma esistenziale – proseguono – dei protagonisti di questa storia, è importante che ci si attivi per intercettare le difficoltà, gli stenti o le paure che spesso si celano dietro a storie come queste e offrire un’alternativa, uno spiraglio di luce che possa garantire ad ogni persona, soprattutto a coloro che non possono ancora difendersi, il diritto alla vita, fondamento di ogni altro diritto. Di quel piccolo feto, buttato per la strada, infatti, resterà per sempre una profonda ferita nella madre, in tutti coloro che ne sono responsabili, in tutti noi”.

 

 

 

 

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