Tirreno
Paola, assolto dall’accusa di truffa sul Reddito di cittadinanza: «Non doveva segnalare lui»
Il Tribunale di Paola ha assolto con formula piena un cittadino di Buonvicino, finito a processo con l’accusa di aver percepito indebitamente il Reddito di cittadinanza per non aver comunicato un rapporto di lavoro
PAOLA (CS) – Il Tribunale di Paola ha assolto con formula piena un cittadino di Buonvicino (CS), C.B., finito a processo con l’accusa di aver percepito indebitamente il Reddito di cittadinanza per non aver comunicato un rapporto di lavoro. L’imputazione sosteneva che C.B., in quanto inserito nel nucleo familiare percettore, dovesse segnalare all’INPS la propria assunzione.
Il Tribunale ha invece accolto la tesi difensiva dell’Avv. Italo Guagliano: nella disciplina vigente, il canale legale e operativo della comunicazione è il richiedente, unico soggetto espressamente edotto degli obblighi al momento della domanda e per il quale si può presumere la conoscenza dell’obbligo di comunicazione. La difesa ha evidenziato come dalla documentazione processuale non emergesse modulistica sottoscritta o altre interazioni che potessero provare la consapevolezza dell’imputato circa gli adempimenti connessi alla gestione del beneficio. Accanto a ciò, il giudice ha rilevato la mancanza di prova sulla rilevanza della comunicazione omessa: nel fascicolo non vi erano ricalcoli, dati o verifiche sul periodo tali da dimostrare che l’informazione avrebbe comportato revoca o riduzione del beneficio.
Secondo il difensore, la pronuncia si inserisce in un percorso giurisprudenziale già tracciato da diverse sentenze volto a superare l’automatismo della responsabilità penale per dichiarazioni mendaci o omissioni in materia di bonus o benefici pubblici quando difettano, da un lato, la prova della consapevolezza effettiva dell’interessato e, dall’altro, la rilevanza concreta dell’informazione ai fini dell’erogazione. L’Avv. Guagliano ha inoltre preannunciato che, a seguito dell’assoluzione, agirà come già fatto in passato per vicende analoghe, per ottenere il recupero delle somme che l’INPS aveva sospeso o non erogato all’assistito durante il procedimento penale.
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