Area Urbana
polemiche roventi
Nuovo Policlinico, il no dal consiglio comunale aperto “onnipotenza politica. Cosenza non è la periferia di Rende”
Consiglieri comunali e associazioni cittadine contro la decisione della Regione. Commodaro: “Serve trasparenza”. Ciacco: “l’ospedale di Cosenza a Rende. De Cicco “L’Annunziata rischia di fare la fine della stazione ”
COSENZA – La polemica sul nuovo ospedale di Cosenza è destinata ad infiammare ancora per molto il dibattito politico regionale e locale. Tra accuse di speculazione edilizia, timori di declassamento del capoluogo e richieste di trasparenza istituzionale, la sanità calabrese torna al centro della discussione pubblica. E mentre la Regione difende la scelta di Arcavacata come “soluzione strategica e funzionale”, Cosenza chiede risposte e garanzie: perché – come ha ricordato Ciacco – “non si può costruire la sanità di domani cancellando la storia e i diritti di un’intera comunità”.
Sulla scelta del sito dove sarà realizzato del nuovo ospedale Hub di Cosenza, dopo l’accordo tra Regione e Comune di Rende per la scelta di Arcavacata e dell’Unical come sede del nuovo ospedale di Cosenza che diventerà un Policlinico universitario da 750 posti letto, 18 consiglieri comunali di Cosenza, con Ivan Commodaro primo firmatario, hanno chiesto al sindaco Franz Caruso e al presidente del Consiglio comunale Giuseppe Mazzuca la convocazione di un consiglio comunale aperto anche a cittadini e associazioni per discutere la questione.
“Decisione calata dall’alto, serve trasparenza”
Secondo i firmatari, la scelta della Regione disattende le deliberazioni del Consiglio comunale del 2022, che aveva indicato Vaglio Lise come sede idonea per il nuovo ospedale. Commodaro ha chiesto una consultazione pubblica con cittadini e comitati: “Bisogna pretendere trasparenza e capire perché si sia scelto Rende. Decisioni calate dall’alto rischiano di penalizzare i cittadini di Cosenza e dell’intera provincia. Il tema deve essere l’accesso alle cure, non le logiche politiche”.
Ciacco: “Ad Arcavacata c’è l’ospedale di Cosenza, non di Rende”
Durissimo l’intervento del consigliere comunale e provinciale del Pd Giuseppe Ciacco, presidente della Commissione consiliare sanità, che parla di “scelta inaccettabile e senza precedenti”: “Non si è mai visto che un consiglio comunale di un’altra città firmi lo schema di accordo per l’ospedale di un’altra. Così come non si è mai visto che il sindaco e la giunta della città interessata non sia seduta al tavolo delle trattative. Ad Arcavacata c’è l’ospedale di Cosenza, non di Rende. L’azienda ospedaliera universitaria non esiste e le aziende ospedaliere universitarie non si fa con le leggi regionali ma con un DCPM . Nessuno si permetta di fare il furbo e dire che HUB e policlinico siano la stessa cosa”
Ciacco ha poi ricordato che lo studio di fattibilità originario fissava il limite di zona “entro il territorio a Sud di Cosenza. Lo studio di fattibilità fatto all’epoca da Oliverio poneva come limite di zona l’area di Cosenza. Oggi non solo si trasferisce a Nord della ma addirittura in un altro Comune”. Questo è “un danno irreparabile per la sanità pubblica”.
Sito di Arcavacata fuori contesto
“Davvero possiamo pensare che la gente possa pensare all’inadeguatezza idrogeologica di Vaglio Lise?. Il sito di Arcavacata è fuori contesto non solo geograficamente ma è una scelta che non parla il linguaggio della domanda sanitaria, ma di mera speculazione edilizia. Cosenza sarà l’unico capoluogo di provincia senza ospedale e la facoltà di medicina dell’Unical sarà l’unica senza un Policlinico. A Catanzaro c’è L’HUB Pugliese Ciaccio e Germaneto, a Cosenza ci sarà il deserto. Altro che potenziamento sanitario e stop alla migrazione sanitaria. Perchè a Cosenza non si può replicare il modello Catanzaro?”. Chiusura sull’Annunziata “sarebbe un intollerabile sacrilegio far deperire con
Francesco De Cicco: “Cosenza non può diventare periferia di Rende”
Anche l’assessore e neo consigliere regionale Francesco De Cicco ha puntato il dito contro la decisione a tavolino e di incoerenza politica: “L’ospedale doveva restare a Cosenza, ben venga un Policlinico, ma serve coerenza. Sono stati spesi oltre un milione di euro per il progetto di Vagliolise: perché buttarli via? Cosenza non può diventare periferia di Rende”.
“Perchè questi 750 posti non si possono dare all’Annunziata?. Cosenza non può diventare periferia di Rende. Avete fatto (all’opposizione) una campagna elettorale dove dicevate che l’ospedale si doveva fare a Cosenza. Cosa vi ha fatto cambiare idea? Avete deciso a tavolino e perchè?. Non è colpa dei cosentini e dei calabresi se si va fuori regione a curarsi ma perchè la sanità è allo sbando”
De Cicco ha parlato chiaramente di politica dell’onnipotenza in rifermento “Qui ci si è trovati nella città di Rende come punto all’ordine del girono del consiglio comunale l’ospedale di Cosenza. Qui non c’è la politica dell’onnipotenza che si decide a discapito dei cittadini” e ha poi chiesto di riaprire il confronto politico e di “spiegare ai cittadini cosa è cambiato” rispetto alle promesse elettorali.
Ziccarelli (Anaao): “No alla commistione tra università e ospedali”
Il segretario regionale di Anaao Assomed, Luigi Ziccarelli, ha espresso preoccupazione per la possibile istituzione di una azienda ospedaliera universitaria:
“Siamo favorevoli al Policlinico, ma contrari alla convivenza tra ospedalieri e universitari. Si rischia di cannibalizzare i reparti e perdere personale qualificato. Serve chiarezza sui ruoli e sugli obiettivi”.
Le associazioni: “Un deserto sanitario, basta guerre di campanile”
Caterina Perri, dell’associazione Antigone Siamo Tutti Serafino, ha chiesto di “non dimenticare le aree interne”, come San Giovanni in Fiore, prive di servizi essenziali: “Ogni giorno perdiamo medici e pazienti per la carenza di strutture. Anche le zone interne soffrono senza medicina interna. Un Policlinico è una risorsa per la ricerca e il territorio. Ma finché nascono e diventa fruibile quanti Serafino Congi ci saranno ancora? Serve un tavolo permanente e una cittadinanza attiva”.
Dal Comitato No Scippo, Mario Bozzo ha ribadito che “la battaglia non è contro Rende, ma per la sanità pubblica: “Si faccia subito l’ospedale Hub a Vagliolise e il Policlinico ad Arcavacata, ma senza medicina territoriale rimarremo ultimi in Europa. I fondi del Policlinico sono quelli dell’ospedale di Cosenza: è uno scippo ai danni della città”.
“Il nostro comitato è la continuazione della lotta iniziata contro la città unica, uno strumento individuato per spostare l0ospedale ad Arcavacata. Noi abbiamo le idee chiare su tre punti: si faccia subito l’ospedale Hub a Vaglio Lise, si faccia anche il Policlinico ad Arcavacata ma senza medicina territoriale nulla potrà soddisfazione le esigenze di un territorio vastissimo che ha bisogno di strutture, di poliambulatori, di centri per il disagio sociale che filtrino l’accesso all’ospedale. Siamo in un territorio dove c’è il deserto sanitario.
“Mancano posti letti, medici, infermieri perchè la sanità pubblica è stata falcidiata e devastata. Chiudere 18 ospedali ha significato licenziare medici o personale sanitario che non più rientrato. Se chiudono quei pochi spoke che sono rimasti a chi devono rivolgere i cittadini? Siamo contrari alla guerra tra poveri, la Calabria è l’ultima regione D’Europa e non possiamo permetterci di far e la guerra tra noi tra Hub e Policlinico, ma serve medicina territoriale altrimenti rimarremo distanti anni luce da Lombardia e Veneto”.
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