Provincia
Monitoraggio dei limiti elettromagnetici, Legambiente serre cosentine scrive ai sindaci
COSENZA – Lo scorso 28 aprile, il circolo Legambiente serre cosentine, ha inviato una lettera indirizzata a dodici sindaci della provincia di Cosenza, invitandoli a monitorare i limiti elettromagnetici, infatti tutti i Comuni italiani sono stati chiamati ad esprimere la propria opinione in tema di innalzamento dei campi elettromagnetici entro il 30 di Aprile 2024. La lettera invita gli stessi a non approvare in nessun modo l’innalzamento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici generati dalle radiofrequenze. L’aumento previsto dalla legge rappresenta pertanto un notevole cambiamento nelle regolamentazioni sull’inquinamento elettromagnetico nel Paese.
“Legambiente, nella persona del Presidente Stefano Ciafani, critica la legge sostenendo che il Paese sta cancellando una delle normative più cautelative riguardo ai campi elettromagnetici. Secondo Legambiente, ciò avviene con l’obiettivo di potenziare la rete mobile e garantire servizi di connettività di alta qualità, si legge nella lettera: infatti, non esiste nessun motivo per innalzare il valore di attenzione per i campi elettromagnetici generati dalle alte frequenze se non quello economico da parte dei gestori delle telecomunicazioni che intendono, dopo aver acquistato le licenze per il 5G, risparmiare sui costi delle infrastrutture! A sostegno della proposta di innalzamento degli attuali limiti vi è uno studio del Politecnico di Milano, condotto per conto di Asstel, proprio l’Associazione di categoria di Confindustria, che stima, come, con l’attuale normativa, il 62% degli impianti risulterebbe non espandibile al 5G, il che comporterebbe, a livello nazionale, di dover reingegnerizzare o delocalizzare 27.900 impianti, con un esborso aggiuntivo di circa 4 miliardi di euro a carico degli Operatori radiomobili.
Questo, quindi, il vero motivo che spinge il settore delle telecomunicazioni a richiedere, ormai da anni, di aumentare i limiti espositivi anche fino a 61 V/m, valore stabilito a livello europeo per evitare il riscaldamento dei tessuti ma non per proteggere dagli effetti biologici avversi sugli organismi viventi, uomini, animali e piante. I potenziali effetti avversi non termici legati all’esposizione ai campi elettromagnetici artificiali includono, secondo diverse ricerche scientifiche indipendenti, tumori, malattie neurodegenerative, deficit di attenzione e memoria, elettrosensibilità, disturbi cardiocircolatori, danni alla fertilità maschile e femminile, danni al DNA e altri. Da notare infine che gli esperti hanno già evidenziato danni significativi a popolazioni di uccelli e api causati dall’esposizione cronica a radiofrequenze mettendo in rilievo ulteriori preoccupazioni per l’equilibrio dell’ecosistema che si aggiungono a quelli per la salute pubblica.
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