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Oltre 400 migranti arrivati in Calabria dall’hotspot di Lampedusa che rischiava il collasso

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Oltre 400 migranti arrivati in Calabria dall’hotspot di Lampedusa che rischiava il collasso

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LAMPEDUSA – Sono 791 i migranti ospiti dell’hotspot di Lampedusa dove venerdì mattina si è arrivati a 3.306 presenze. Il tour de force di Prefettura di Agrigento e polizia, che si sono occupati di una raffica di trasferimenti, ha permesso di alleggerire la struttura di primissima accoglienza. Oltre ai traghetti di linea, sono state usate le motovedette di Capitaneria di porto e Guardia di finanza che hanno fatto la spola con Pozzallo, le navi militari Cassiopea che hanno trasferito i migranti ad Augusta e Dattilo a Reggio Calabria.

Sono 489 i migranti arrivati nel porto di Reggio Calabria con la nave “Dattilo” della Guardia costiera. La maggior parte, 412, provengono da Lampedusa, mentre 77 sono stati soccorsi mentre erano a bordo di un’imbarcazione nel Canale di Sicilia. Altri 200, inoltre, erano stati portati a Messina. Del gruppo di migranti fanno parte 46 donne ed alcuni minori non accompagnati. Sono, in prevalenza, subsahariani, bangladesi, eritrei e tunisini. Si trovano, attualmente, nell’area portuale in attesa di essere trasferiti nel centro di prima accoglienza di Gallico. L’attività di soccorso ed assistenza, svolta dalle forze dell’ordine e dai volontari della Protezione civile e della Croce rossa, é stata coordinata dalla Prefettura di Reggio Calabria. Nelle prossime ore, ad eccezione di un gruppo che resterà in Calabria, saranno trasferiti in varie regioni in base al piano di riparto predisposto dal Ministero dell’Interno.

Ieri, complice il fatto che il mare è tornato ad essere mosso, sull’isola ci sono stati solo 5 sbarchi con un totale di 240 persone. Per oggi è stato previsto, dalla Prefettura, d’intesa con il Viminale, lo spostamento con il traghetto di linea Galaxy per Porto Empedocle di altri 400 migranti.

“Procedure accelerate di frontiera” in Sicilia e Calabria

Secondo i dati del Viminale sono 64.930 gli arrivi nei primi sei mesi del 2023 (nel 2022 erano stati meno della metà con 27.633 sbarchi). Intanto l’obiettivo del Governo è realizzare negli hotspot delle regioni dove avviene la maggior parte degli sbarchi. Dunque Sicilia e Calabria, con centri di trattenimento dove esaminare nel giro di poche settimane le domande di protezione: chi non ha diritto a restare verrà espulso. La definizione burocratica è “Procedure accelerate di frontiera”.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha aperto un tavolo con il guardasigilli Carlo Nordio per accelerare i tempi. È proprio il decreto Cutro a prevedere il potenziamento della rete dei Centri di permanenza per il rimpatrio e ad introdurre la procedura accelerata per le domande di protezione internazionale presentate direttamente alla frontiera o in zone di transito, nel caso in cui il richiedente provenga da Paese di origine sicura, come ad esempio la Costa d’Avorio (in testa quest’anno con 7.921 arrivi) e Tunisia (4.318). In questa casistica viene fatto rientrare anche chi è stato fermato per aver eluso i controlli.

Domande di asilo e risposte entro 7 giorni

Durante la procedura accelerata è introdotta la possibilità del trattenimento del richiedente asilo. Entro 7 giorni dalla ricezione della domanda dovrà esserci una risposta dalla Commissione territoriale asilo. Se ci sarà il rigetto della domanda scatterebbe il rimpatrio in accordo con il Paese di provenienza del migrante. Finora il ricorso bloccava l’espulsione, la nuova legge riduce questa possibilità. Si vedrà se le norme riusciranno a far crescere il numero di rimpatri, storicamente un punto dolente: poco più di 3mila ne sono stati realizzati lo scorso anno. Mentre i Cpr vengono spesso devastati dagli stessi ospiti. Il confronto con il ministero della Giustizia servirà anche a mettere a fuoco la possibilità di trattenere in strutture che sarebbero detentive i richiedenti asilo.

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