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Meduse tre Mediterraneo e Ionio, Circolo IBIS ODV «non solo pericolo ma indicatori ecologici». Ecco quali sono

Calabria

Meduse tre Mediterraneo e Ionio, Circolo IBIS ODV «non solo pericolo ma indicatori ecologici». Ecco quali sono

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MEDUSE COPERTINA

COSENZA – Con l’arrivo dell’estate, le acque cristalline del Mar Ionio si popolano non solo di bagnanti e imbarcazioni, ma anche di affascinanti creature marine: le meduse. A parlarne è il Circolo per l’Ambiente IBIS ODV, che lancia un messaggio chiaro: “Impariamo a conoscere e rispettare queste specie, per proteggere noi stessi e il nostro ecosistema”.

«Le meduse sono vere e proprie sentinelle del mare – sottolinea il Capitano Girolamo Parretta, presidente del Circolo – e la loro presenza o assenza è un indicatore dello stato di salute delle nostre acque e dei cambiamenti ambientali in corso. Osservarle con attenzione ci permette di difendere la bellezza e la biodiversità del nostro Ionio».

Quali meduse incontriamo nel Mediterraneo?

Nel Mar Ionio possiamo osservare diverse specie, alcune delle quali urticanti come la Pelagia noctiluca, la Chrysaora hysoscella e la temuta Carybdea marsupialis, nota anche come “vespa di mare”. Altre, come la celebre Cotylorhiza tuberculata (la “medusa uovo fritto”), sono innocue e visibili in gran numero nelle acque calabresi. Ecco quali sono le meduse più comuni del Mediterraneo e dello Ionio:

Molto urticanti

Pelagia noctiluca – Medusa luminosa
Colorazione rosata/violacea, molto comune tutto l’anno.
Effetto: dolore intenso, vescicole, infiammazioni.
Presente anche nello Ionio.

Pelagia-noctiluca

Chrysaora hysoscella – Medusa bussola
Ombrello bianco con bande brune.
Effetto: simile alla Pelagia, urticazione forte.

hysoscella-del-chrysaora-

Carybdea marsupialis – Vespa di mare mediterranea
Piccola, cubica e trasparente, comune nei fondali sabbiosi.
Effetto: dolore immediato, striature rosse sulla pelle.

Carybdea marsupialis – Vespa di mare mediterranea

Olindias phosphorica
Rara ma con punture dolorose.
Urticanti o mediamente fastidiose

Olindias_phosphorica

Rhizostoma pulmo – Polmone di mare
Grande, biancastra e visibile in superficie.
Effetto: bruciore, lieve irritazione.

Rhizostoma_pulmo

Gonionemus vertens – Medusa con strisce arancioni
Piccola, attaccata a piante marine.
Effetto: irritazione localizzata.

Gonionemus-vertens

Poco o non urticanti

Cotylorhiza tuberculata – Uovo fritto
Colorazione gialla con bottone arancione.
Effetto: lievissimo pizzicore.
Frequentissima in Calabria.

Aurelia spp. – Medusa quadrifoglio
Ombrello trasparente con 4 gonadi a ferro di cavallo.
Effetto: quasi nullo.

Aurelia spp. – Medusa quadrifoglio

Mnemiopsis leidyi – Noce di mare
Bioluminescente, innocua, invasiva.
Effetto: nessuno.

Mnemiopsis_leidyi

Cosa fare in caso di puntura?

– Non strofinare la pelle;
– Sciacquare con acqua di mare;
– Applicare bicarbonato e acqua salata in parti uguali;
– Usare impacchi freddi (o aceto e calore per la Carybdea);
– Consultare un medico se il dolore persiste.

Un mare da conoscere per proteggerlo

Il Circolo IBIS ODV promuove escursioni scientifiche, progetti di sensibilizzazione e attività divulgative. “Le meduse non sono solo un rischio da evitare, ma una risorsa biologica da comprendere – conclude Parretta –. Il nostro obiettivo è un Mar Ionio più sicuro, rispettato e consapevole”. Le meduse hanno un ruolo ecologico fondamentale, infatti, non solo si nutrono del plancton, mantenendone sempre sotto controllo la presenza, ma favoriscono anche l’ossigenazione delle acque e sono il principale nutrimento di alcune specie chiave della catena alimentare. Se ci si imbatte in una medusa è consigliabile non muoversi o spostarsi tenendo conto della presenza delle correnti.

Inoltre è assolutamente vietato prelevarla per portarla fuori dall’acqua e lasciarla a secco sulla battigia; è un’azione ingiustificata ma è anche sanzionabile penalmente dall’articolo 544 ter. del Codice penale sul maltrattamento degli animali. Se ci si imbatte in uno “sciame” di meduse piuttosto consistente si invita a contattare la Capitaneria di porto al 1530.

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