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Mancano medici di base e guardie mediche in tanti comuni. La sanità soffre nei territori

Mancano medici di base e guardie mediche in tanti comuni. La sanità soffre nei territori

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CASTROVILLARI (CS) – Negli ultimi giorni si è molto parlato dell’ospedale di Castrovillari per la presenza (forse sarebbe più corretto parlare di “assenza”) di servizi come, ad esempio, emodinamica, funzionante solo poche ore al giorno. Stesso discorso anche per il numero di anestesisti con conseguente riduzione delle attività operatorie, anche quelle in urgenza, che si fermano, praticamente alle 14.

Sono stati organizzati, in tal senso, anche alcuni incontri per cercare soluzioni adeguate e si attende una svolta. La situazione, però, non riguarda solo Castrovillari, ma tutto il sistema: i punti di primo intervento (quelli che ci sono!) non riescono a fornire risposte adeguate ai cittadini, altri sono chiusi, come alcuni ospedali, e poi c’è un pronto soccorso che rischia di scoppiare.

In queste poche parole può essere riassunto lo stato della sanità calabrese, in particolare quello della provincia di Cosenza, per quanto concerne la medicina d’urgenza. Se da un lato ci sono i tanti ospedali chiusi ed altri che, a causa di servizi che funzionano solo poche ore al giorno, possono fornire servizi in maniera non idonea, dall’altro c’è, ad esempio, il pronto soccorso dell’ospedale hub di riferimento, come quello di Cosenza, che è chiamato a ricevere un’utenza numericamente eccessiva.

A mancare, quindi, in definitiva, è la sanità territoriale. Il riferimento non è solo alle strutture ospedaliere, ma anche alla carenza di medici di base, ma anche di guardie mediche. E sono tanti i comuni che riscontrano grossi problemi.

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