Poro avrebbe bisogno di trascorrere finalmente i suoi ultimi anni sereno e per questo il suo appello è speciale. Questa settimana la bellissima storia del piccolo Carlo e della sua labrador Lulù
Poro
Dieci anni di reclusione sono davvero troppi. Poro è al canile rifugio di Rocca Di Neto ed è uno di quei pelosi che, purtroppo, “non vuole nessuno”. I cani di colore nero infatti, statisticamente sono quelli meno adottati nei canile ma sapere che lui è un cagnolino dolcissimo fa male il doppio. Poro ha una triste storia: nasce in canile, a Donnici, e viene adottato nel periodo di Natale insieme a suo fratello. Un gioco forse, perchè Poro torna in canile “restituito” in estate. E da quel momento nessuno ha più guardato lui e il fratello. Da Donnici sono stati poi trasferiti nel 2015 a Rocca di Neto e insieme vivono in simbiosi, sono inseparabili, ma la morte non guarda in faccia nessuno e si porta via il suo amato fratello.
Poro affronta, oltre all’abbandono, anche la perdita e resiste in attesa che quella maledetta porta si apra. Ha un carattere buono e affettuoso, compatibile con tutti, ed è di taglia media. Per lui si sta pensando anche ad un contributo per offrirgli la possibilità di andare in pensione e trascorrere i suoi ultimi anni con una ciotola, un pò di verde in cui correre e magari una calda coperta d’inverno.
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Lulù, il cane guida che ha salvato la vita al piccolo Carlo
Tutti dovrebbero conoscere un pò almeno, la LIS, lingua dei segni per comunicare e se è riuscita Lulù a comprenderla, può farlo chiunque. Questa storia è straordinaria e vede protagonisti Carlo, 12 anni, affetto dalla nascita dalla sindrome di Charge, una rara e grave malattia che lo ha reso sordo e che presto lo porterà alla cecità.
L’unico modo per combattere la malattia è quella di istruire il bambino sin da piccolissimo, imparando il linguaggio dei segni. A cambiare e rendere speciale la vita di Carlo è arrivata Lulù, una giovane Labrador che è stata addestrata già da piccola per rispondere ai comandi impartiti con la voce o il linguaggio dei segni. Lulù è diventata subito la migliore amica di Carlo. Insieme fanno tutto e Lulù è sempre vicina a lui anche nei momenti in cui è triste. A Lulù è stata insegnata la Lis, la lingua italiana dei segni, con la quale Carlo e la sua famiglia comunicano: se Carlo fa un segno, potrebbe passare inosservato a tutti tranne che a Lulù, quel segno con la mano è una comunicazione e a lei, ogni segno di Carlo non sfugge.
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