Nadia, tutta nera ma dal cuore puro. La vera storia di Togo, all’ombra di Balto

Nadia è detenuta in canile, ed è una cagnolina dolce, giovane, che ha tanto bisogno di libertà. Oggi vi raccontiamo la vera storia di Balto, e soprattutto di Togo.

Nadia

E’ una bellissima cagnolina di due danni, tutta nera, che vive in canile e passa le sue giornate guardando oltre le sbarre che la separano dalla libertà. Nadia è stata accalappiata nei pressi della stazione di Vaglio Lise a Cosenza e portata in canile nonostante non dava alcun fastidio. Adora infatti, stare in compagnia degli amici ‘umani’ con i quali è dolce e gentile. Accudita dalle volontarie, adora le loro carezze ma per Nadia il destino sembra essere segnato. Presto infatti, se nessuno deciderà di prendersi cura di lei, di accoglierla e di darle una casa e amore, sarà deportata nel canile superaffollato. Nadia con i suoi occhioni però, spera che qualcuno gli porga la mano. Femmina, sterilizzata, di taglia medio/grande, Nadia ha solo 2 anni ed è microchippata, vaccinata, attualmente si trova presso il canile sanitario di Donnici (Cs) ma è in lista trasferimento.

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La vera storia di Balto: “diamo a Togo quel che è di Togo”

La storia di Balto ( in foto a destra) è conosciuta anche per il famoso e bellissimo cartone animato a lui dedicato. La storia narra che il 19 gennaio 1925 scoppiò a Nome, in Alaska, una violenta epidemia di difterite, senza che ci fosse l’antitossina necessaria per curare tutti i nuovi casi (la scorta, datata 1918, era finita l’estate precedente e la richiesta di nuove unità non arrivò a Juneau a causa della chiusura del porto per ghiaccio). Il primo caso di difterite si ebbe con un bambino inuit di due anni, a Holy Cross; il dottor Curtis Welch (il medico locale, assistito da quattro infermiere) diagnosticò una tonsillite, perché nessuno dei familiari aveva sintomi della difterite. Il bambino morì la mattina seguente e da lì molti altri casi di “tonsillite” si verificarono; il fatto che la madre del primo bambino malato non avesse autorizzato l’autopsia rese l’epidemia ancora più grave.

Il primo caso ufficiale di difterite si ebbe con Bill Barnett, il 20 gennaio 1925. Il giorno dopo si ammalò anche una bambina di 7 anni (Bessie Stanley), che morì il giorno successivo, e così via. A questo punto, grazie a un consiglio di emergenza convocato da Welch, Nome fu messa in quarantena e fu ordinato urgentemente un milione di unità di antitossina. La scorta più vicina (trecentomila unità, che pesavano in tutto circa nove chili) si trovava ad Anchorage, che distava più di millesettecento chilometri e non era direttamente collegata a Nome, ma una ferrovia arrivava solo fino a Nenana, a quasi mille chilometri da Nome. Il maltempo non permetteva agli aerei di alzarsi in volo e gli iceberg non permettevano alle navi di attraccare.

La corsa del siero dei cani da slitta

Per risolvere il problema si scelse di usare il metodo che da sempre era utilizzato per trasportare la posta: i cani da slitta. Venne organizzata una staffetta di venti mute di cani da slitta che si assunsero il compito di trasportare l’antitossina da Nenana a Nome, distanti 600 miglia: partì un certo Edgar Bill Shannon che fece 52 miglia fino a Tolovana, dove una squadra fresca comandata da Edgar Kalland prese l’antitossina e la portò fino a Manley, che percorse 31 miglia, toccò poi a Green con 28 miglia fino al lago Fish, dove trovò Johnny Folger che fece 26 miglia fino a raggiungere Sam Joseph che incontrò Titus Nikotai dopo 34 miglia. Nikotai fece 24 miglia, poi Dave Corning con 30 miglia, poi Hewnry Pitka sempre con 30, McCarty 28, Edgar Noller 24, George Noller (il fratello) 30, Tommy Patsy 36, l’indiano Koyokuk 40, Victor Anagick 34, Myles Gonagnan 40.

Fu poi il turno di Leonhard Seppala, il guidatore più abile dell’Alaska che con il suo cane Togo (in foto a sinistra) il più veloce della zona, fece 91 miglia da solo. Continuò Charlie Olson con 25 miglia e qui fu la volta di Gunnar Kaasen, che trasportò l’antitossina per le restanti 53 miglia con l’altro cane di Leonard Seppala, che il proprietario considerava buono solo per portare la posta per brevi tratti: Balto, che arrivò in città il 2 febbraio 1925. L’antitossina aveva percorso 674 miglia in circa 127 ore e mezzo (poco più di cinque giorni) con una temperatura media di 40 gradi sotto zero (arrivò infatti congelata), i normali corrieri lo facevano in 25 giorni.

Dopo la corsa

Balto con Gunnar Kaasen fu il cane che completò la corsa, ma Togo è quello che più di tutti ha camminato per sfidare le intemperie e un percorso proibitivo. Balto, essendo il cane che completò la corsa a Nome, divenne così famoso e onorato con un cortometraggio girato nello stesso anno e con una statua nel Central Park di New York. Togo però ebbe la parte più impegnativa e riuscì ad ottenere un riconoscimento ufficiale e si diresse con il suo cane Togo a fare lo stesso giro di Kaasen, mentre quest’ultimo tornò in Alaska dopo aver venduto tutti gli otto cani.

La morte

Togo, successivamente fu acquistato insieme alla sua muta per esibirsi in uno spettacolo circense. Ma quando George Kimble, un commerciante di Cleveland, notò i cani in pessime condizioni, organizzò quindi una raccolta di beneficenza attraverso la radio e riuscì a trovare i soldi entro il tempo limite raccogliendoli nelle scuole per poter comprare gli animali. Kimble li portò quindi nello zoo di Brookside a Cleveland, curati dal dottor Powell. Cieco, sordo e artritico Balto si è trascinato fino all’età di 14 anni, morendo il 14 marzo del 1933; Togo morì a 16 anni. Il corpo di Balto fu imbalsamato e si trova nel Museo di Storia Naturale a Cleveland; il corpo imbalsamato di Togo è invece nel Museo di Storia Naturale di Wasilla in Alaska.

Il premio di Togo insomma, fu assegnato a Balto,  Togo, Balto si affermò come “il più grande leader da corsa d’Alaska” anche se non aveva mai fatto parte di un team vincente! Lo so perché io ero il padrone ed avevo cresciuto sia Balto che Togo. La “corsa del siero” fu l’ultima corsa a lunga distanza di Togo…»

 

Se vuoi scriverci per chiedere informazioni sui cani da adottare: redazione@quicosenza.it (nell’oggetto indicare “Qui la Zampa“); Se invece vuoi adottare i cani, il giorno delle adozioni in canile a Donnici è il GIOVEDI’. Le adozioni al canile sanitario in contrada Acquafredda di Mendicino (Cs) invece, si possono effettuare di LUNEDÌ dalle 9:30 alle 12:30

Numeri utili per informazioni e/o adozioni

Letizia 327 636 2179
Maria Giulia 334 354 2780
Teresa 348 134 3975
Nadia 389 051 7756
Maria Francesca 3917348381

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