COSENZA – Sembra che il settore del gioco, soprattutto quello online, sia destinato a crescere in Italia secondo la ricerca “Italian Gaming market: solid foundation and compelling value creation opportunities” condotta da Bain & Company. L’azienda americana, una delle più importanti a livello mondiale per la consulenza, il marketing, la pianificazione e la strategia di mercato in tutti i settori del business, ha redatto un rapporto dal quale emergono dati davvero interessanti.
Sembra infatti che il mercato del gioco in generale e delle scommesse sportive, lotterie escluse, abbia generato una spesa di quasi 14 miliardi di euro (13,7 per la precisione) nel 2022, dei quali solo 2,8 miliardi provengono dalle scommesse sportive. Una cifra impressionante che è destinata a crescere (sempre senza dimenticare le lotterie escluse dal conteggio).
A trainare il carro è quindi il gioco online, che nei prossimi cinque anni si prevede possa aumentare ancor di più il volume di gioco e di introiti. Le stime sul 2027 indicano una cifra quasi raddoppiata, così come potrebbe raddoppiare anche il settore del betting, ma senza intaccare il gioco analogico, che resterà su valori stabili.
Interessante il dato che indica due giocatori su tre (il 66%) che affermano di giocare in modo digitale, e il restante terzo afferma di volerlo provare prima o poi. Attenzione quindi ai casino non aams, un settore del gaming fuori dalla normativa italiana gestita dall’ADM (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato), che convoglia molti appassionati di settore.
Antonio Travaglini, partner Bain & Company, spiega che “Complessivamente, il mercato oggi in Italia vale circa 14 miliardi di euro di spesa per scommesse e gaming, che arriva a quota 20 miliardi euro includendo lotterie, casino e bingo. Nonostante la sua dimensione significativa, questo mercato ha ancora spazi di crescita legati allo sviluppo del canale online, ad oggi ancora con un’incidenza del solo 30% rispetto a mercati maturi come il Regno Unito e i Nordics che vedono una penetrazione del 70-80%. Il retail continuerà comunque ad avere un ruolo centrale, come dimostrato anche dalle performance di business post pandemia”.
Dati che, presi singolarmente, si traducono in una crescita online del 10% per il settore betting (che oggi è sostenuto da circa 4 milioni di giocatori) e una crescita importante ma più lenta per il segmento gaming (sostenuta da circa 10 milioni di giocatori).
Anche Andrea Alori, partner Bain & Company, spiega il fenomeno sostenendo che “Le dinamiche sottostanti la crescita sono spiegate da una proposizione omni-channel (cioè la gestione sinergica di tutti i canali di comunicazione, senza barriere fra online e offline) sempre più matura, con crescita della base di giocatori, oltre che dall’emersione di una parte rilevante del mercato illegale”.
Mercato illegale che, ricordiamo, comprende tutti quei siti al di fuori del controllo dell’ADM e non in possesso di regolare licenza per operare nel territorio italiano. Siti che, nella maggior parte dei casi, diventano più attraenti per le quote più alte del settore betting, i bonus più interessanti dei casinò e la possibilità di giocare utilizzando criptovalute ma che, ci teniamo a sottolinearlo, non sono legali in Italia.