La musica, l’arte, lo spettacolo vivono oggi un momento difficilissimo in una società che non ha mai riconosciuto questi settori come lavori veri e propri. ‘Meglio in nero’ è un urlo di protesta
COSENZA – Questo periodo storico così complesso ha messo prepotentemente in ginocchio un settore che rischia di scomparire o, nel migliore dei casi, rischia di perdere velocemente anni di studio, investimenti e professionalità. Sono migliaia le persone che non sanno come affrontare le più semplici spese che la vita quotidiana comporta. Ed è in questa direzione che, la musica diventa un grido di allarme e di protesta che si intitola “Meglio in nero”. Una canzone di Calvosa e Zalles feat Puccia che esce oggi su tutte le piattaforme digitali e che racconta un’immagine riflessa allo specchio di una società, la nostra, che non ha mai riconosciuto l’arte, la cultura e lo spettacolo in generale come un lavoro.
Il 9 novembre, per scelta degli stessi Calvosa e Zalles, il pezzo è stato messo in pre ordine su Itunes Store e Amazon, alla simbolica cifra di 1 euro per evidenziare che dietro la costruzione di un brano c’è tanto lavoro e una produzione che ha dei costi non indifferenti. Ed il singolo nasce dall’idea del trombettista Emanuele Calvosa; il testo del brano è stato scritto da Fabio Guido, in arte Zalles, e lo special da Marco Perrone, meglio conosciuto come Puccia, storico componente del gruppo Apres La Classe.
“Meglio in nero, stando a casa io m’avveleno”
“Meglio in nero” vuole mettere in risalto tutte le difficoltà che stanno affrontando gli artisti, i tecnici, le maestranze e le lavoratrici e i lavoratori della cultura e dello spettacolo. “Meglio in nero, meglio in nero! Come i lavoratori del medioevo. Meglio in nero, meglio in nero! Stando a casa io m’avveleno”, cita l’inizio del singolo a sottolineare che, purtroppo, non basta neanche essere in regola in Italia, dato che comunque non viene riconosciuta l’attività lavorativa di tutto un comparto che, come canta Puccia, “ci nu fatica a quai nu mangia” (trad: chi non lavora qua non mangia).
Questo settore, inoltre, non ha certezze di quanto ci vorrà per poter nuovamente lavorare e né ha modo di sopravvivere perché i bonus ( “Bonus, bah! Io ti maledico! Che è da mesi che mando email e giro in mutande”) sono arrivati, ai più fortunati, con un ritardo allarmante e imbarazzante, neanche fossimo nel Medioevo! “Meglio in nero” è anche la dimostrazione di quello che la musica crea, di come terre con una cultura musicale diversa come Salento, est Europa e Calabria possano intrecciarsi tra loro e dare vita a qualcosa di unico e prezioso. Un vero inno alla multiculturalità, al concetto di musica senza confini, di musica intesa come veicolo di messaggi rivoluzionari, di emozioni, speranza e condivisione di obiettivi comuni tesi a migliorare la vita sia di chi la suona che di chi la ascolta.
Calvosa e Zalles è un progetto che delle contaminazioni ne ha fatto la sua forza. Nasce nel 2019 dall’incontro del trombettista calabrese Emanuele Calvosa, e si nutre di diverse culture musicali per amalgamarsi con le più moderne sonorità reggae, ska e rock. Insieme a Emanuele Calvosa, Fabio Zalles Guido, Marco Puccia Perrone hanno registrato: Giacinto Maiorca (drum) Alessandro Lombardi (guitar) Oscar De Caro (tuba) Gino Semeraro (guitar) Luigi Grande (keyboard) Alessandro La Neve (saxofone) Giuseppe Oliveto (trombone).