Il progetto che vuole far cambiare al mondo l’idea distorta che si ha dei calabresi
COSENZA – Genti di Calabria, un progetto ambizioso….un “Atlante Umano” fatto di volti, fisicità, posture di Genti di Calabria, abilmente scolpiti dalla macchina fotografica del Maestro Pino Bertelli. Circa 200 foto di calabresi in un atlante di geografia umana (una visione antropologica della Calabria) che ci raccontano ogni giorno qualcosa di diverso in una inesauribile scoperta della nostra Terra. Genti di Calabria, nei prossimi giorni, approda a Catanzaro, Cutro, Cosenza, Vibo Valentia, Siderno, Lamezia Terme. A Cosenza farà tappa lunedì 4 dicembre, alle ore 9.30, presso l’aula Caldora dell’Unical. Questa volta a presentare il progetto, insieme agli autori Pino Bertelli e Francesco Mazza, ci sarà anche Maurizio Rebuzzini storico della Fotografia, tra i più autorevoli al mondo.
“Finalmente – dichiarano Mazza e Bertelli – Genti di Calabria è pronto per essere divulgato nella nostra terra. Vuole far cambiare al mondo l’idea distorta che si ha dei calabresi“. Niente paesaggi, niente cartoline di Calabria, nessuna composizione, solo figure umane attraverso le quali, dai più piccoli ai più grandi, raccontare la storia, lo splendore, la sofferenza, la ricchezza, la povertà e la speranza di una Terra meravigliosa che non deve rassegnarsi agli eventi ma costruire il proprio destino proprio come quei volti parlanti ci suggeriscono. Ad accompagnare il racconto di Pino, si insinuano tra le foto, narrazioni di antropologi e studiosi di chiara fama che ci restituiscono un racconto avvincente, una testimonianza che possa rimanere ai nostri figli, prima ancora che a noi. La collaborazione di tutti i partecipanti al progetto è stata naturalmente gratuita. Il progetto ha previsto anche la realizzazione di una mostra itinerante di 30/50 foto (da esporre in Italia e all’estero) e di un DVD del progetto. Il libro, la mostra, il DVD e l’archivio delle immagini sono a sostegno della cultura calabrese.
“A noi – continuano Mazza e Bertelli – non interessa nulla della fotografia corrente, civile, impegnata, democratica, mercantile, amatoriale ecc., ciò che importa per noi è lavorare sull’immaginario dal vero, raccontare l’uomo o la donna non per quello che si vedono ma per quello che sono e come stanno al mondo. Qualsiasi persona (qualsiasi diversità) ha diritto alla bellezza (anche perduta), ciò che importa è respingere dappertutto l’infelicità. E il diritto alla bellezza, quindi alla giustizia, non tiene conto né di un necessario successo né di un eventuale consenso… per la libertà, come per l’amore, non ci sono catene! La libertà (non solo in fotografia ma anche nella vita) non si concede, ci si prende! La bellezza è l’ultima fermata prima del paradiso in terra! La bellezza seppellirà tutti, ma con grazia. Con queste idee in testa (e altri canti di fraternità radicale) abbiamo fatto GENTI DI CALABRIA.”
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