Natale, la festa più amata. Ma davvero la conosciamo?

Ma, in fondo, che ne sappiamo noi del Natale? Che arriva una volta all’anno, che è nato Gesù Bambino, che si fanno l’albero, il presepe e i regali. E questi li porta Babbo Natale. E poi? Ok, mettiamo un po’ d’ordine, allora.

Da dove viene questa storia dell’albero? Da lontano, molto lontano. Dall’antico Egitto! Una roba per niente cristiana, anzi, molto pagana! In Egitto, durante il culto del Sole, si usava “addobbare” una… piramide! Questa tradizione è stata poi ripresa dai popoli del nord che, ovviamente, non avevano piramidi. E quindi? Guarda un po’, avevano tanti alberi… tanti abeti! Un po’ a piramide lo sono, no? Ed allora ecco la storia dell’albero addobbato a festa! Con tante luci, che simboleggiano il sole e la vita. E il presepe? Quello sì che è cristiano: invenzione di San Francesco d’Assisi, che dovette anche chiedere l’autorizzazione al Papa Onorio III per farlo! Il nome: “praesaepe” (un po’ di “latinorum”…) vuol dire semplicemente mangiatoia.

E questa storia dello scambiarsi i regali? Deriverebbe dalla festa pagana dei Saturnali, in cui si omaggiava, appunto, il dio Saturno, protettore delle semine. Durante i Saturnali si organizzavano lauti banchetti e ci si scambiavano doni e regali. Era di buon augurio. Noi di nuovo abbiamo aggiunto la storia di Babbo Natale. Il ciccione barbuto e vestito di rosso, che è “apparso” la prima volta nel 1931. Già, meno di un secolo fa! Nato solo per motivi commerciali, dalla mente di un pubblicitario di nome Haddon Hubbard Sundblom, che lo inventò per reclamizzare la Coca Cola! E fu allora che comparvero anche la slitta e le renne! E la storia della casa al Polo Nord.

A auguri-babbo-nataledire il vero, tutto partiva da un’antica leggenda che porta fino a San Nicola, tradizionalmente protettore degli studenti e dei bambini. La leggenda narra che Nicola provenisse da una famiglia turca, molto ricca, e che riuscì a salvare tre giovani ragazze dalla prostituzione. Ragazze che, per sopravvivere, vendevano se stesse. A loro donò tre sacchi colmi di monete, perchè potessero cambiare vita. La porta di casa era chiusa e i “doni” furono lasciati cadere… nel camino! San Nicola, col tempo, si trasformò in Saint Nikolaus. Poi Santa Claus. Uffa, questa mania di storpiare i nomi… Ma questa è la storia.

Adesso che i camini sono più rari, Babbo Natale lascia i doni sotto l’albero. Ma non dappertutto: in Francia, per esempio, li lascia nelle scarpe dei bambini! E in Germania non va mica da solo: è accompagnato da un demone, tale Krampus, che ha il compito di punire i bimbi che non si sono comportati bene durante l’anno. Un vero terrore, per i più piccoli!

E volevo vederlo, Babbo Natale, quando ha dovuto consegnare il regalo di Natale più grande mai fatto: la Statua della Libertà! Sì, proprio quella che sta a New York, donata dalla Francia agli Stati Uniti nel 1884. Anche se ci volle un po’ per tirarla su… qualche anno.

panettone

Chiudo con il panettone, che il dolce, in fondo, ci sta bene. Ed è un dolce “sbagliato”! Lo fece un certo “Toni”, intorno al 1500, arrangiandosi un po’ con gli ingredienti, per rimediare in fretta dopo una torta venuta male. E però il nuovo dolce, con l’uva passa, piacque!

Da allora si chiamò “Pan de Toni”. Poi diventato “panettone”. Toni era l’aiuto cuoco della nobile famiglia Sforza. A lui il Natale portò davvero bene! Auguri anche a voi!

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