”Miseria e Nobiltà” con il grande Luigi De Filippo in scena al Teatro Rendano di Cosenza

Domani e martedì 8 dicembre, alle 20.30, il secondo appuntamento con la “Stagione teatrale 2015/2016”.

 

COSENZA – Luigi De Filippo sarà il protagonista dell’esilarante commedia “Miseria e nobiltà”, indimenticabile capolavoro di Eduardo Scarpetta. L’evento è patrocinato dall’amministrazione comunale di Cosenza ed è organizzato da un gruppo di operatori del mondo dello spettacolo locale: Enzo Noce, Giuseppe Citrigno e Gianluigi Fabiano. La ripresa di questa storica e famosa commedia da parte di Luigi De Filippo, che ne è autorevole protagonista e regista, è un omaggio a Eduardo Scarpetta, riformatore del Teatro napoletano, che proprio in questa “Miseria e Nobiltà” aveva compiuto la sua riforma, con l’invenzione e la consacrazione del personaggio di don Felice Sciosciammocca, prototipo del napoletano piccolo borghese, che sostituisce Pulcinella, maschera d’altri tempi. La fame è il tema della commedia, e da quando Scarpetta scrisse questo testo fino ad oggi, la fame è rimasta immutata: la fame di lavoro, la fame di sopravvivenza, la fame di giustizia, quella fame che, soprattutto nel Mezzogiorno, se non soddisfatta, può provocare grandi sconvolgimenti. E’ celebre il finale del primo atto.

 

Tutti in scena siedono avviliti perché ogni tentativo di procurarsi da mangiare è fallito; improvvisamente un cuoco e due sguatteri entrano portando ogni ben di Dio, nessuno si chiede da dove provenga quella grazia e tutti scattano come molle avventandosi sui maccheroni fumanti. E’ la scena che rappresenta e riassume in termini di grottesco, non il dramma di due famiglie, ma la secolare tragedia di un popolo. La vicenda è semplice: Eugenio, un giovane nobile, ama la figlia di un buffo cuoco arricchito. Temendo di non avere dai suoi genitori aristocratici il consenso alle nozze, chiede l’aiuto di don Felice Sciosciammocca, scrivano pubblico, povero e affamato. Sciosciammocca e alcuni suoi amici, altrettanto poveri e affamati, dovranno fingersi genitori e parenti nobili del marchesino Eugenio e presentarsi dal cuoco credulone e sciocco: da qui una serie di equivoci estremamente divertenti che rendono questa commedia tra le più famose del repertorio napoletano.Luigi De Filippo, degno erede della grande tradizione teatrale napoletana, è l’umanissimo interprete della vicenda, assieme alla sua Compagnia di Teatro composta da dieci attori.

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