Ospedale Cosenza, al via la campagna di vaccinazione antinfluenzale. Consigli utili

La vaccinazione è la forma più efficace di prevenzione dell’influenza e, anche quest’anno, l’Azienda Ospedaliera di Cosenza si fa trovare pronta per l’appuntamento con la campagna di vaccinazione promossa dal Ministero della Salute

 

COSENZA – Gli obiettivi della campagna vaccinale stagionale contro l’influenza sono: la riduzione del rischio individuale di malattia, ospedalizzazione e morte; la riduzione del rischio di trasmissione a soggetti ad alto rischio di complicanze e ospedalizzazione; la riduzione dei costi sociali connessi con morbosità e mortalità. Nella Circolare Ministeriale si raccomanda, pertanto, di promuovere fortemente la vaccinazione antinfluenzale di tutti gli Operatori Sanitari con particolare riguardo a quelli che prestano assistenza diretta nei Reparti a più elevato rischio di acquisizione/trasmissione dell’infezione.

Dopo l’incremento del numero complessivo di Operatori Sanitari e Dipendenti vaccinati contro l’influenza, registrato lo scorso anno, l’obiettivo è ora quello di proseguire nel trend di crescita, fino a raggiungere nel più breve tempo le percentuali fissate dal Ministero della Salute nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale che prevede: il 75% come obiettivo minimo perseguibile, il 95% come obiettivo ottimale.

Un impegno che l’Azienda Ospedaliera di Cosenza persegue attraverso l’Unità Operativa Complessa di Prevenzione e Protezione Ambientale, diretta dal Dott. Filippo Canino, e attua per mano del Dr. Roberto Pellegrino, il dirigente medico che si dedica a tale attività con passione e convinzione. Lo scopo è quello di incrementare le adesioni alla campagna vaccinale dei suoi operatori sanitari e dipendenti, e in questa direzione, già dallo scorso anno ha adottato la cosiddetta vaccinazione “on site”, consistente nel vaccinare gli operatori sanitari all’interno dell’Unità operativa di appartenenza.

Il dottor Roberto Pellegrino, specialista in malattie infettive, già Ufficiale Medico dell’Esercito italiano in congedo, spiega «come ogni anno all’approssimarsi della stagione invernale, arriverà la malattia che potrà mettere a letto milioni di italiani rappresentando un serio problema di Sanità Pubblica e una rilevante fonte di costi diretti e indiretti per la gestione dei casi e della complicanza della malattia. Vaccinarsi è importante ed evita serie complicazioni di salute soprattutto nei soggetti più deboli e consente di evitare inutili accessi al Pronto Soccorso, ma anche l’utilizzo inappropriato degli antibiotici, per il quale si registrano picchi proprio in concomitanza con il periodo di incidenza influenzale più alta».

Sintomi ed effetti collaterali

«I sintomi classici saranno caratterizzati, tipicamente, da febbre alta, tosse e dolori muscolari. Mal di testa, brividi, disappetenza, astenia e mal di gola sono altri sintomi comuni. Nei bambini possono verificarsi anche nausea, vomito e diarrea. La guarigione, nella maggior parte dei pazienti avviene in una settimana o dieci giorni, ma alcuni soggetti (over 65 e bambini piccoli e adulti e bambini con patologie cliniche) sono a maggior rischio di complicanze più gravi o peggioramento della loro condizione di base».

«Gli operatori sanitari – prosegue il Dr. Pellegrino – direttamente e indirettamente coinvolti nella cura e gestione del paziente, sono a maggior rischio di acquisire l’infezione, rispetto alla popolazione generale; inoltre, il fatto di essere costantemente a contatto con un gran numero di persone (pazienti, familiari e altri operatori sanitari), li rende anche potenziali vettori dell’infezione. Numerosi focolai nosocomiali, infatti, hanno mostrato un danno diretto per pazienti e operatori sanitari, in termini di aumento di morbosità e mortalità, costi sociali e danni indiretti legati all’interruzione dell’attività lavorativa e all’assenteismo, con conseguente malfunzionamento dei servizi assistenziali essenziali. È proprio con questa consapevolezza che ci impegniamo ad incrementare il numero di operatori sanitari da vaccinare».

«Gli effetti collaterali comuni dopo somministrazione di vaccino antinfluenzale – continua il Dirigente – consistono in reazioni locali, quali dolore, eritema, gonfiore nel sito di iniezione. Le reazioni sistemiche comuni includono malessere generale, febbre, mialgie, con esordio da 6 a 12 ore dalla somministrazione della vaccinazione e della durata di 1 o 2 giorni. Sono stati riferiti eventi rari quali trombocitopenia, nevralgie, parestesie, disordini neurologici e reazioni allergiche gravi. La correlazione causale tra la somministrazione di vaccino antinfluenzale e tali eventi avversi non è stata dimostrata. Si sottolinea che nessuno dei vaccini autorizzati al commercio in Italia contiene Latex e che il vaccino antinfluenzale non interferisce con la risposta immune ad altri vaccini inattivati o vivi attenuati».

«Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato ai lattanti al di sotto dei 6 mesi (per mancanza di studi clinici controllati che dimostrino l’innocuità del vaccino in tali fasce di età) ed ai soggetti che abbiano manifestato una reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose ovvero ad un componente del vaccino. Un impedimento temporaneo alla somministrazione vaccinale, che va rimandata a guarigione avvenuta, è un malattia acuta di media e grave entità, con o senza febbre».

Prevenire con i comportamenti quotidiani

«Si possono adottare alcuni comportamenti – spiega ancora – di prevenzione della diffusione della malattia quali: lavare regolarmente le mani e asciugarle correttamente (con acqua e sapone, per almeno 40-60, specialmente dopo aver tossito o starnutito); coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente e lavarsi le mani; isolarsi in casa se si avvertono i sintomi di malattie respiratorie febbrili, specie in fase iniziale; evitare il contatto stretto con persone ammalate ed evitare posti affollati; evitare di toccarsi occhi, naso o bocca. Si consiglia sempre di bere molta acqua, di assumere spremute e succhi di frutta fresca, di fare un’alimentazione leggera che eviti latte, formaggi, insaccati e uova e che prediliga l’assunzione di alimenti che contengano vitamina C ed E e sostanze antiossidanti che stimolino il sistema immunitario quali: carote, zucca, spinaci, carciofi, pomodori, patate, barbabietole rosse, kiwi, mandole, nocciole, olio».

I consigli e l’importanza della vaccinazione sono on line, sul sito dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza dal 3 settembre 2019, aggiornati alle direttive ministeriali disposte per la vaccinazione antinfluenzale 2019-2020.

 

Influenza, vaccinarsi e non prendere antibiotici. Lavarsi bene anche le mani

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