L’Amazzonia brucia. Si parla molto del “polmone della terra” e di quanto questa catastrofe ambientale – in concomitanza con tutti gli altri milioni di ettari in fiamme nel resto del mondo – stia accelerando la corsa contro il tempo della lotta ai cambiamenti climatici.
Le conseguenze di questi incendi sono incommensurabili; si stima che il 20% dell’ossigeno prodotto sulla terra del pianeta proviene dalla foresta amazzonica e se l’intera foresta amazzonica scomparisse, oltre 140 miliardi di tonnellate di carbonio sarebbero rilasciate nell’atmosfera, causando un innalzamento massiccio della temperatura a livello mondiale.
Una risorsa per tutti
Uno studio della FAO indica che oltre il 25% della popolazione mondiale vive di prodotti derivati dal patrimonio boschivo del pianeta. L’economia mondiali e la società umana sono strettamente legate alle foreste, che generano reddito grazie all’impiego di personale e alla vendita di beni e servizi. Per milioni di persone in tutto il mondo (voi compresi!), le risorse forestali rappresentano infatti cibo, combustibile, farmaci, alloggio, abiti e molto altro, incluso il sapere millenario della medicina tradizionale, l’ecosistema di specie animali e vegetali a rischio estinzione, importanti sorgenti idriche e persino terapie dirette come la silvoterapia, una tecnica basata sugli effetti positivi del contatto con gli alberi sulla salute.
L’Amazzonia nel mondo
A volte non ce ne rendiamo conto e pensiamo che gli incendi e le catastrofi che accadano dall’altro lato del pianeta non ci riguardino, invece sono tanti i beni di primo consumo o molto diffusi nel nostro paese provenienti o che dipendono direttamente dalle foreste amazzoniche. I prodotti derivati dalle piantagioni, coltivazioni e allevamenti della foresta amazzonica non sono destinati unicamente al mercato sud americano. Il PIL del Brasile, il paese nella regione che commercia maggiormente con il resto del mondo, dipende molto dalle esportazioni con l’estero. Un rapporto della Banca Mondiale, indica che oltre il 19% delle esportazioni del Brasile sono destinate a Europa e Asia centrale; la Cina è l’acquirente estero principale, con il 22% delle esportazioni acquistate dal gigante orientale, mentre il Nord America si aggiudica circa il 14%. Il che significa che ogni giorno, milioni di persone nel mondo, (compresi gli italiani) consumano prodotti che in un modo o nell’altro sono legati al Brasile e alla foresta amazzonica.
In casa e in cucina
Se bevete un caffè, degustate una barretta di cioccolato o sgranocchiate delle noccioline come gli anacardi o le noci di macadamia, state gustando i frutti dell’Amazzonia. Inoltre, moltissimi integratori alimentari sono a base di piante dell’Amazzonia, come il camu-camu, ricco in vitamina C e minerali, l’açai, usato dagli atleti di tutto il mondo, o il guaranà, bevuto come bevanda rinfrescante in Brasile e utilizzato in molti prodotti energizzanti e come sostituto alla caffeina.
Per la salute
La foresta amazzonica è un erbario medicinale immenso, le cui molte conoscenze sono millenarie e custodite dai popoli nativi. Moltissime piante dell’Amazzonia contengono principi farmacologici usati anche dalla medicina occidentale, come la tubocurarina, un alcaloide estratto da una liana e usato in terapie per l’epilessia e il tetano. La ricerca medica potrebbe trovare rimedi a patologie quali l’AIDS, il cancro e l’Alzheimer celati nella farmacia a cielo aperto che è l’Amazzonia.
Di tutto e di più
La coltivazione del caucciù, l’albero della gomma (Hevea Brasiliensis), è la responsabile del primo ciclo di sfruttamento della foresta amazzonica. Con la scoperta del processo di vulcanizzazione (il trattamento termico che conferisce proprietà plastiche al materiale) la gomma è diventata un materiale poliedrico che troviamo in moltissimi oggetti di uso quotidiano, dalle componenti elettriche ai preservativi. Il suolo della foresta amazzonica è inoltre ricco in minerali quali ferro, manganese, uranio, bauxite, rame e persino oro. La bauxite è il principale componente dell’alluminio e la maggior parte di quella che viene usata nel mondo proviene principalmente dall’Amazzonia, il che significa che probabilmente la scatoletta di tonno che avete in dispensa ha qualche parentela con le foreste che bruciano.
