Area Urbana
MAC: “Museo di Alarico Cosenza”. Il nuovo polo culturale che unirà arte contemporanea e tradizione
COSENZA – Un edificio che ha fatto discutere, un progetto avviato e poi bloccato, un mito che continua a vivere nel cuore dei cosentini. Dopo anni di attesa e incertezze, prende finalmente forma il MAC di Cosenza con il via libera al via i lavori all’ex Hotel Jolly: l’iniziale museo di Alarico previsto da Occhiuto e mai nato, diventerà il Museo di arte contemporanea e moderna: sorgerà dove era rimasto lo scheletro dell’hotel in parte demolito qualche anno fa e rimasto a lungo simbolo di un’opera incompiuta alle porte del centro storico.
L’ex Hotel Jolly, l’abbattimento e il Museo di Alarico
L’ex Hotel Jolly, infatti, per diversi anni ha animato un vero e proprio dibattito cittadino: una struttura fuori scala, considerata da molti un “ecomostro”, che rovinava la vista sulle sponde del Crati, alterando in modo evidente l’equilibrio paesaggistico del centro antico. Nel tempo, ha ospitato uffici pubblici (tra cui l’ATERP), una piscina poi chiusa su richiesta dell’allora vescovo ed è stato teatro di diverse vicende che ne hanno accompagnato il lento declino fino alla decisione presa all’epoca dall’Amministrazione guidata da Mario Occhiuto di demolirlo per costruirci il Museo di Alarico.
Un accordo di programma con la Regione Calabria (sottoscritto con l’allora governatore Mario Oliverio) e che includeva diversi interventi per la città di Cosenza ,prevedeva anche l’abbattimento della struttura di Via Lungocrati De Seta dopo l’acquisizione del Comune all’Aterp e sul cui sito sarebbe dovuto sorgere “il Museo di Alarico” alla confluenza con i fiumi Crati e Busento dove, nel 2016, venne posizionata la statua a cavallo realizzata di Paolo Grassino grazie ad un finanziamento della Fondazione Carical.
Sette milioni di euro per un progetto ambizioso e poi naufragato
Costo complessivo dell’opera (mai nata) sette milioni di euro di risorse autorizzate dal Cipe nel 2012, a valere sui Fondi Sviluppo e Coesione destinati alla Calabria: 3,3 per realizzare la nuova struttura e 2,2 per acquistare e abbattere l’hotel Jolly con ulteriori 500mila euro messi in campo dal Comune. Un progetto ambizioso ma anche criticato e osteggiato che ha visto anche diverse sospensioni: il ricorso al TAR da parte dell’Aterp, la revocava, in autotutela, del permesso paesaggistico concesso all’epoca dal ABAP e poi annullata dallo stesso Tar nel 2022 che diede ragione al Comune che nel frattempo aveva parzialmente demolito la struttura. Poi, a causa dell’aumento dei costi delle materie prime, in seguito al Covid, il budget a disposizione della ditta incaricata di realizzare l’opera che aveva già iniziato i lavori, non permetteva di compiere quella prevista.
La rimodulazione del progetto e il via libera al MAC
Dopo anni di abbandono e di quel rudere diventato una discarica a cielo aperto l’intervento dell’amministrazione Caruso e il via libera ai lavori nonostante le notevoli difficoltà riscontrate a raccogliere finanziamenti che, alla fine, non erano sufficienti alla realizzazione del Museo e, quindi, del progetto originario. Sono state apportate allora modifiche sostanziali al progetto recuperando comunque un finanziamento di circa quattro milioni di euro.
Nascerà dunque il MAC con un progetto che ottimizza gli spazi interni, destinando la struttura a ospitare mostre e iniziative culturali. Anche l’area esterna sarà oggetto di un restyling significativo, trasformandosi in un’attrazione paesaggistica di pregio, situata in un punto strategico alla confluenza dei fiumi e alle porte del centro storico. Da oggi, quell’area si prepara a diventare il fulcro di una nuova visione urbana e culturale.
Non solo Museo Arte Contemporanea, ma Museo Alarico Cosenza
“Il sindaco ci teneva moltissimo a essere presente all’avvio del cantiere, insieme all’assessore ai Lavori Pubblici e naturalmente a me” ha spiegato Francesco Alimena consigliere delegato al CIS “Era un’incompiuta che non potevamo lasciare così, proprio all’ingresso del nostro centro storico. Ci è voluto tempo per salvare i fondi e riprogrammare tutto, ma lo abbiamo fatto. È stato un lavoro di continuità amministrativa, di responsabilità sulla spesa pubblica, e di visione”. Il nuovo progetto mantiene la funzione museale, ma si arricchisce di una veste contemporanea e dinamica: nascerà il MAC – Museo Alarico Cosenza. “MAC non significa solo Museo di Arte Contemporanea, ma Museo Alarico Cosenza. Così manteniamo il riferimento al re visigoto che fa parte della leggenda cittadina e, allo stesso tempo, apriamo uno spazio per mostre contemporanee, itineranti e permanenti. Cosenza non aveva un museo di arte moderna e contemporanea. Era giusto averlo”. Secondo Alimena, il MAC potrà ospitare anche le collezioni già in possesso del Comune, oltre ad aprirsi a collaborazioni nazionali e internazionali.
Nuova porta d’ingresso culturale della città vecchia
L’obiettivo è restituire dignità a un’area dimenticata e trasformarla nella nuova porta d’ingresso culturale della città vecchia. Il Museo prende il nome dal re visigoto Alarico, che secondo la leggenda, morì proprio a Cosenza nel 410 d.C., durante il suo viaggio di ritorno dopo il sacco di Roma. La leggenda narra che fu sepolto nel letto del fiume Busento, insieme a un immenso tesoro. Una storia affascinante che ha alimentato per secoli le fantasie collettive, ma che non ha mai trovato riscontri concreti.
“La passata amministrazione ha cercato il tesoro, senza successo – ricorda Alimena –. Noi non abbiamo trovato oro, ma negli scavi del cantiere sono emersi tanti piccoli reperti, frammenti di storia urbana che raccontano chi siamo. Spero, una volta terminati i lavori, di poterli esporre al pubblico”. La rinascita dell’ex Hotel Jolly come Museo Alarico Cosenza è solo una delle tappe di un più ampio processo di rigenerazione urbana che riguarda tutto il centro storico, sostenuto dai fondi del CIS (Contratto Istituzionale di Sviluppo) e dell’Agenda Urbana. Un progetto che guarda al futuro, ma affonda le radici nella storia e nell’identità collettiva di Cosenza. “Questa versione del museo è quella giusta. Non si tratta solo di recuperare un’opera bloccata – conclude Alimena – ma di dare un senso a ciò che Cosenza è stata, e a ciò che può diventare. Finalmente, non avremo più una ferita aperta davanti al Crati, ma un ingresso nobile e significativo alla città antica”.
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