Tirreno
Lupi attaccano un gregge a Fiumefreddo Bruzio: l’appello di un allevatore in difficoltà
FIUMEFREDDO BRUZIO (CS) – Nelle montagne che dominano il borgo di Fiumefreddo, un allevatore del posto, C.S., all’alba di ieri, ha trovato quattro delle sue pecore massacrate, due delle quali erano gravide. Le carcasse erano sparse all’interno della sua proprietà regolarmente recintata, vittime di un attacco notturno presumibilmente compiuto da un branco di lupi. «È una scena che non auguro a nessuno», racconta con voce rotta dalla rabbia e dallo sconforto. «Gli animali erano indifesi, non hanno avuto scampo. Dopo anni di sacrifici, mi ritrovo a dover temere per la sopravvivenza stessa del mio allevamento».
L’episodio si inserisce in un contesto sempre più critico per gli allevatori della costa tirrenica cosentina. Negli ultimi mesi si moltiplicano le segnalazioni di predazioni da parte di lupi, con danni sempre più ingenti a greggi e mandrie. Una situazione che, oltre a colpire duramente sul piano economico, genera un crescente senso di abbandono da parte delle istituzioni. L’allevatore C.S. chiede un intervento immediato: «Non posso affrontare da solo le perdite economiche né il rischio che un nuovo attacco azzeri il lavoro di una vita. Servono risarcimenti rapidi e controlli più efficaci sulla presenza dei lupi».
Anche le associazioni di categoria lanciano l’allarme: occorrono fondi regionali destinati agli indennizzi e misure strutturali di prevenzione, come l’installazione di recinzioni elettrificate e piani di monitoraggio costante della fauna selvatica. La sfida è certamente quella di trovare un equilibrio tra la tutela della biodiversità — sancita dalle normative europee — e la salvaguardia delle attività economiche tradizionali, come l’allevamento.
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