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L’interesse per l’ottimizzazione dei costi supera quello per il benessere dei dipendenti

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L’interesse per l’ottimizzazione dei costi supera quello per il benessere dei dipendenti

L’attenzione delle aziende di Cosenza e di tutta Italia si sta spostando sull’ottimizzazione dei costi più che sul benessere dei dipendenti. E questo fenomeno non riguarda solo il nostro Paese, ma anche il resto d’Europa

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Conti calcolo dati

COSENZA – L‘attenzione delle aziende di Cosenza e di tutta Italia si sta spostando sull’ottimizzazione dei costi più che sul benessere dei dipendenti. E questo fenomeno non riguarda solo il nostro Paese, ma anche il resto d’Europa. Ma perché? In questo articolo guardiamo i numeri e cerchiamo di capire come tenere insieme efficienza e cura delle persone.

Dai dati emerge un trend molto chiaro, sembra che le aziende di Cosenza e anche di tutta Europa siano più interessate a ottimizzare i costi piuttosto che al benessere del personale. In ben sei Paesi (tra cui Germania, Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Messico) le ricerche online legate al taglio dei costi sono maggiori rispetto a quelle sul benessere. Detto questo, lo sapevi che una piattaforma HR come Factorial può aiutare a monitorare entrambe queste metriche senza trascurare nulla? È proprio così, un buon software HR ti semplifica la gestione, ti permette di ottimizzare le spese e, allo stesso tempo, di monitorare le prestazioni dei dipendenti.

Cosa dicono le ricerche online nel 2025

Partiamo dalla notizia principale. Nei sei Paesi analizzati, le query su “ottimizzazione dei costi” superano in modo sistematico quelle su “benessere dei dipendenti”. Non è un’oscillazione stagionale: il report evidenzia un divario strutturale. L’ordine di grandezza varia per mercato, ma la direzione è la stessa.

  • 7:1 in Messico
  • 1,7:1 in Germania
  • 2:1 in Portogallo

Italia e Spagna mostrano uno scarto compreso fra +50% e +100% a favore del tema “costi”. Questi segnali, presi come proxy dell’attenzione del management, indicano una priorità, cioè che si vuole proteggere i margini.

Perché usare i volumi di ricerca come indicatore? Non sono delle verità assolute, ma riflettono l’interesse reale di chi decide e cerca delle soluzioni. Quando CFO, CEO e HR digitano determinate keyword, lasciano tracce delle loro urgenze. Qui l’urgenza è tagliare gli sprechi e razionalizzare i processi.

Perché l’attenzione ai costi cresce

Non si può parlare di aziende egoiste o cattive, no, è il contesto che spinge in questa direzione. I budget prudenti, i tassi e l’inflazione che hanno limato i margini negli ultimi anni, le filiere meno prevedibili e una produttività altalenante hanno riportato l’efficienza al centro. Nelle scelte sui benefit, per esempio, molte organizzazioni stanno ridisegnando i pacchetti per creare più valore con meno risorse, concentrando gli investimenti su ciò che supporta attrazione, retention e benessere, ma in modo più mirato e misurabile.

In Italia, lo sfondo sociale non è neutrale: un lavoratore su dieci afferma di dover svolgere più lavori per arrivare a fine mese (1 su 5 nella fascia 18-40). Anche questo spinge i datori di lavoro a ragionare sui costi e sulle priorità, spesso con dei margini stretti.

Il rischio di abbassare la guardia sul benessere

Qui sta il punto: se tutto ruota intorno ai costi, il conto rischia di tornare peggio. Nel 2024 l‘engagement globale è sceso e anche la quota di persone “thriving” è calata. I manager sono fra i più colpiti, con degli effetti a catena sulle performance e sulla produttività dei team.

Alcuni studi stimano l’ordine di centinaia di miliardi di dollari a livello globale per turnover e produttività persa associati al burnout. Il report citato di Factorial riprende questa grandezza per inquadrare la dimensione del problema.

Inoltre, le persone continuano a chiedere dei servizi concreti: formazione, attività fitness, cultura, supporto psicologico spiccano fra i benefit più desiderati nelle rilevazioni 2025. Non si parla di lusso, ma di strumenti che aiutano a lavorare meglio e a rimanere.

Un equilibrio possibile: dove tagliare (e dove no)

Se gestisci il budget HR, la domanda che devi porti è: dove posso ridurre senza indebolire la base? Alcune considerazioni pratiche:

  • Automazioni e standardizzazione dei processi ripetitivi (ferie/permessi, note spese, turni, documenti). Tagliano gli errori e i tempi morti prima ancora di toccare i benefit.
  • Total Cost of Ownership delle pratiche artigianali: Excel e gli scambi di mail costano in ore-uomo più di quanto sembri. Mettili a bilancio.
  • Benefit essenziali a valore d’uso: sposta le risorse su ciò che le persone usano davvero (es. supporto psicologico, flessibilità, formazione on-the-job), così da ridurre gli items a bassa adozione.
  • People analytics minimo sindacale: collega gli interventi a 3-5 KPI. Evita dei piani ampollosi non misurabili.

L’obiettivo non è spendere di più, ma spendere meglio: eliminare gli sprechi amministrativi per liberare il budget su ciò che incide sulla retention e sulla produttività.

Cosa misurare per andare sul sicuro

Le metriche aiutano a tenere insieme efficienza e benessere. Un set snello, concreto:

  1. Tempo ciclo HR (onboarding, ferie/permessi, richieste documentali): se scende, stai davvero ottimizzando costi.
  2. Assenze non programmate e tasso di presenteismo: termometri precoci di stress e disfunzioni.
  3. Turnover volontario (e costo di sostituzione): quanto ti costa perdere 1 FTE nei ruoli chiave? Mettilo nero su bianco.
  4. Adesione ai benefit essenziali: misura l’uso reale; taglia quelli dimenticati, potenzia quelli ad alto impatto.
  5. Engagement pulse trimestrale su 5-7 item: breve, costante, leggibile (non un sondaggio annuale da 60 domande).
  6. Produttività per ora lavorata a livello di team (output/ore): utile per leggere l’effetto congiunto dei processi e del clima.

 

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