Dalle dichiarazioni Ernesto Lupinacci, responsabile del settore di Pianificazione urbanistica, emerge l’egemonia incontrastata dell’ex sindaco di Rende.
RENDE – Sandro Principe non voleva che altri prendessero decisioni al suo posto. E che non fosse più sindaco di Rende poco gli importava. Da tutti era soprannominato ‘rais’ o ‘Saddam Hussein’. È quanto emerge dalle numerose dichiarazioni e dalle intercettazioni dell’ordinanza dell’inchiesta che ha portato all’operazione di questa mattina (leggi qui). Diverse e inquietanti i passi che, oltre a Principe, riguardano l’ex primo cittadino di Rende Vittorio Cavalcanti ed Ernesto Lupinacci, responsabile del settore di Pianificazione urbanistica, edilizia privata. Principe si arrabbiò molto con Cavalcanti quando quest’ultimo decise di affidare a Lupinacci l’Urbanistica. “Un t’ha di permetta ad accettà sta cosa… – disse Principe – tu t’ha di fa sulu i cazzi tua… tu un tiani nessunu requisito e t’ha d’ccupà i molluschi”.
Lupinacci, tra le tante rivelazioni, ha parlato del progetto della costruzione di un distributore di benzina sulla strada statale 107, all’altezza di Piano Monello. In quell’occasione, ha dichiarato Lupinacci, la società aveva tutte le carte in regola per l’autorizzazione ed aveva ottemperato a tutte le incombenze di legge, compreso il parere favorevole dell’Anas. La pratica era già in Comune prima che arrivassi io e comunque ritenevo che vi fossero tutte le condizioni affinché l’autorizzazione venisse rilasciata. Ma Sandro Principe “sull’uscio della porta, una mattina, in tono minaccioso e dialettale mi minacciò dicendomi: ‘Viani ccà tu un t’ha a ddi permetta a lascià concessioni a pompi i benzina… ca ci su regole rendesi e quindi t’ha di consultà prima ccu mmia’. Il progetto era stato presentato nei minimi dettagli dalla Energas. “Io – ha dichiarato Lupinacci – gli risposi in quella circostanza che le uniche regole alle quali io intendevo ottemperare erano quelle di legge e non le sue”.