RENDE – Mentre in tutta Italia il mercato edile e’ in caduta libera, a Rende si sviluppa il fenomeno contrario all’andamento generale.
Qui la crisi pare aver rivitalizzato gli affari. Facendo un giro nella zona di Rende e di Arcavacata si puo’ notare come gli edifici sbuchino alla velocita’ della luce, ovunque.
Si parla, ormai, di cifre notevoli, talmente alte da attirare l’attenzione della Dda di Catanzaro che, grazie ad indagini sui nuovi lavori, cerca di capire se dietro ci sia un’organizzazione pulita o solo dei prestanomi che coprono clan mafiosi. Non solo la creazione di grossi immobili ma anche l’acquisto di strutture imponenti, situazioni che destano sospetto e portano verso la criminalita’.
La verifica dell’Antimafia si sarebbe concentrata su aree imponenti dove le abitazioni hanno coperto le zone verdi della città di Cosenza.
A destare maggiormente il sospetto e’ la presenza, li’ dove nascono cantieri, di case non abitate, ancora non messe sul mercato immobiliare. Per una sana logica di mercato, prima di costruire nuovi edifici, i vecchi dovrebbero trovare gli ospiti.
Tra le ipotesi avanzate da Dda, c’e’ il pericolo che queste costruzioni possano servire a riciclare il denaro delle cosche.
Ora si puntera’ ad accertare la vitalita’ del settore edilizio cosentino e a smascherare l’eventuale presenza della mafia calabrese.