Il leader dei Riformisti: “dopo 46 riunioni ATO Manna ha dovuto chiedere la nomina di un commissario ad acta. Rende è diventata una vera e propria pattumiera che riceve fino a 800 tonnellate di rifiuti. Da presidente è da oltre un anno che non riesce ad individuare i due eco-distretti e la discarica di servizio”
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RENDE – Già in settimana l’area Riformista di Rende aveva duramente attaccato il sindaco Marcello Manna, presidente dell’Ato 1 per la cattiva gestione della crisi nel settore rifiuti in provincia di Cosenza e i ritardi che si protraggono da più di un anno nella costruzione dei due eco-distretti e della discarica di servizio, sottolineando come l’attuale sindaco ha mostrato limiti gestionali tanto da arrivare a “chiedere alla Regione la nomina di un commissario ad acta affinché provveda a fare le scelte che lui non è in grado di fare”.
Per i Riformisti “la città di Rende, pur avendo un territorio non adatto, come dice Manna ad ospitare le discariche, in realtà ha già un funzionante eco-distretto che riceve più di 600 tonnellate di rifiuti al giorno. Eco-distretto per il quale Manna, da tempo, ha già autorizzato il suo funzionamento consentendo alla ditta Calabra Maceri di utilizzarlo in tutto il suo potenziale“.
E Principe sferra l’attacco: “Manna ammette il suo fallimento – scrive – ci informa che, dopo decine e decine di riunioni (ben 46), ha dovuto chiedere la nomina di un commissario ad acta per pervenire alle scelte che in qualità di presidente dell’Ato non è stato in grado di fare. Manna è sindaco da 6 anni. Rende, grazie alla sua inettitudine, è diventata la pattumiera della provincia dove arrivano da 600 ad 800 tonnellate di rifiuti al giorno, è degradata, non curata, ogni condominio è una mini discarica, è diventata una riserva di caccia per topi”.
“Per la parte che mi riguarda – prosegue Sandro Principe – ho lasciato Rende ammirata e copiata da tutti per la sua pulizia ed ordine. Pur non avendo mai ricoperto ruoli sovracomunali e regionali nel settore dei rifiuti – conclude -, da Rende erano stati avviati percorsi tecnologici che ci vedevano, all’epoca, avanti di 30 anni, ma demoliti dall’insipienza di una regione conservatrice e culturalmente arretrata. Sinceramente dispero che Manna possa comprendere tutto ciò”.