Calabra Maceri alle Istituzioni: “contratto scaduto, evitare disastro igienico sanitario”

“Il contratto tra la nostra società e l’ATO 1 CS è scaduto, senza possibilità di proroga lo scorso 31 dicembre e che per mero spirito di servizio e di collaborazione, il servizio viene attualmente prestato in favore delle PP.AA. coinvolte (seppur non dovuto)”

 

RENDE (CS) – Calabra Maceri ha scritto una lettera, indirizzata al Presidente della Comunità d’Ambito di Cosenza Avv. Marcello Manna; al Responsabile dell’Ufficio ATO 1 Cosenza Ing. Francesco Azzato; al sindaco di Cosenza Arch. Mario Occhiuto; al Presidente della Regione Calabria On. Mario Oliverio; All’Assessore alle Politiche Ambientali Dott.ssa Antonella Rizzo; alla Prefettura di Cosenza; al Presidente di Unindustria Calabria Natale Mazzuca e alle OO.SS; per mettere in chiaro la situazione riguardo il ciclo di trattamento rifiuti urbani sull’impianto autorizzato di contrada Lecco di Rende.

“In relazione alle problematiche – si legge nella missiva – che riguardano il delicato comparto di gestione dei rifiuti nei Comuni dell’ATO 1 CS, ci preme specificare quanto segue. Dovrebbe essere noto che il contratto tra la nostra società e l’ATO 1 CS è scaduto, senza possibilità di proroga, lo scorso 31 dicembre e che per mero spirito di servizio e di collaborazione, il servizio viene attualmente prestato in favore delle PP.AA. coinvolte (seppur non dovuto). Tale possibilità è stata concessa, in adesione alla richiesta formulata, per le vie brevi, in occasione dell’assemblea dell’ATO 1 dello scorso 30 dicembre e, successivamente, formalizzata con pec alla nostra azienda. L’oggetto della richiesta era quello di accettare i conferimenti della Rur (rifiuti urbani residuali) e della Ford (frazione organica da raccolta differenziata) fino ad oggi 07 gennaio, onde tentare nelle more di sottoscrivere un nuovo contratto con decorrenza dal 0112020.

“I Comuni non si lamentino con noi”

Questo è un dato chiaro ed inequivocabile che deve essere reso noto e, quindi, alcuna pretestuosa ed artefatta lamentela può essere formulata a nostro carico da parte dei Comuni. Ciò detto, è opportuno analizzare i due aspetti, che fino ad oggi hanno interessato il precedente rapporto contrattuale e che non possono essere sottaciuti: quelli di natura finanziaria e tecnica.

Aspetto finanziario: sono riconducibili alla querelle che ha visto la revoca della delega amministrativa, da parte della Regione, per manifesta morosità dei Comuni dello stesso ATO, i quali non hanno versato la quota ridotta (l’80% di una tariffa che si è dimostrata essere circa la metà di quella effettivamente dovuta) per il conferimento, trattamento e recupero/smaltimento di rur e ford.

Nel territorio regionale solo l’ATO 1 di Cosenza non è stato in grado di soddisfare gli adempimenti prescritti dalla L.R. 52019 e dalla Convenzione stipulata con la Regione, non riuscendo a rientrare nel pagamento di circa nove milioni di euro a fronte dei circa 36 milioni rendicontati dalla Regione all’ATO 1 di Cosenza per tutta l’attività di gestione dell’anno 2019. Questo grave inadempimento, dei Comuni, ha arrecato un evidente pregiudizio per gli impianti interessati (e noi siamo l’impianto più impegnato), in quanto ancora ad oggi non sono noti i termini di pagamento. Ciò sta creando, quindi, un vulnus finanziario alla nostra e alle altre aziende, che hanno lavorato su questo territorio, a differenza degli altri soggetti, pubblici e privati degli altri ATO, che da notizie assunte, sono stati pagati fino a tutto novembre 2019, direttamente dalla Regione Calabria. La responsabilità di certo non è imputabile a questa impresa, o ad altri operatori, che nonostante i noti inadempimenti delle PP.AA., non hanno mai risolto il contratto, se pur nelle possibilità di farlo, solo perché abbiamo compreso, NOI, le necessità del sistema. Il nostro legale formulerà immediato accesso agli atti onde accertare tutti i flussi finanziari dei Comuni in favore dell’ATO (quindi, presso la Tesoreria del Comune di Cosenza) e della Regione, così da individuare i responsabili ed adire le Autorità Competenti in caso di manifesta negligenza o mala fede contrattuale ed extra contrattuale.

Aspetto di natura tecnica: questa problematica è legata alla corretta gestione del ciclo rifiuti.

Sulla base di quanto avvenuto negli ultimi tre mesi del 2019, nel quale sono stati conferiti, nel ns. impianto (tra rur e ford), ben 35 mila tonnellate circa di rifiuti, avremmo dovuto evacuare scarti (i così detti sovvalli di lavorazione) per circa 20 mila tonnellate. Tuttavia, se n’è potuto evacuare in tutto circa 17 mila tonnellata con un evidente deficit di circa 3 mila tonnellate, per come certificato dal funzionario incaricato della Regione Calabria che, a supporto dell’ATO 1, ha chiuso la rendicontazione tecnica dell’ultimo trimestre 2019. Quindi è stato certificato che gli stoccaggi del nostro impianto, allo scorso 31 dicembre, sono gravati da circa 3 mila tonnellate di scarti che non dovevano giacere presso il sito. Da questo mese la situazione si è ulteriormente aggravata perché, per questioni tecniche apparentemente poco rilevanti, la discarica di Cassano allo Jonio è stata chiusa e, quindi, non può ricevere quella parte degli scarti (circa un terzo del complessivo) di propria competenza.

A causa di queste problematiche, seppur non dovuto per carenza di contratto, abbiamo accettato i conferimenti, dovendoli tuttavia ridurre in circa 100 t. di media per i rur e 100 per la ford, a fronte di una richiesta giornaliera che, a regime, è di circa 250 t. di media per i rur e altrettanto per la ford. Nel prossimo contratto, così per come prescritto per legge, l’ufficio ATO sarà tenuta ad indicarci le quantità da accettare per ciascun Comune dell’ATO 1 presso il ns. impianto. In mancanza potremo in modo insindacabile accettare i quantitativi che riterremo idonei ad una attenta attività di trattamento. Il tutto sempre nel rispetto di quello che sono le prescrizioni contenute nelle Autorizzazioni a noi rilasciate. Agli altri soggetti in indirizzo, Istituzioni ed Organizzazioni, formuliamo ancora una volta la richiesta di un intervento finalizzato ad evitare un disastro sociale ed igienico sanitario sempre più probabile.

Sul fronte finanziario chiediamo il ripristino, così per come è avvenuto per tutte gli altri ATO regionali, della delega amministrativa con pagamento a carico della Regione per il 2019 e il conseguente allineamento ai pagamenti ricevuti da tutti gli altri soggetti impiegati nel circuito pubblico di gestione dei rifiuti urbani. In caso contrario, si invita e diffida l’ATO di procedere in tal senso, ovvero al pagamento, fatto salvo ogni accertamento in ordine all’esatta esecuzione del precedente contratto da parte dell’ATO e dei Comuni appartenenti allo stesso.

Sul fronte tecnico di valutare ogni possibile soluzione per consentirci di conferire gli scarti alle discariche pubbliche (o private a servizio del sistema pubblico) e al termovalorizzatore regionale di Gioia T., così da ridurre gli scarti in giacenza e ripristinare i nostri stoccaggi per una normale attività ricettiva.

Dinanzi ad una eventuale inerzia e considerato che allo stato non si è titolari di alcun contratto, tutti i Comuni non potranno assolutamente pretendere alcun tipo di adempimento e, quindi, ogni diffida o falsa informazione verrà prontamente valutata quale mala fede precontrattuale e per tale ragione si diffida l’ATO Cosenza ed i Comuni ad esso appartenenti a non divulgare false notizie in ordine a comportamenti di questa azienda, che fino ad oggi sono stati improntati a buona fede e collaborazione, poiché in caso contrario si agirà come per legge e con salvezza di ogni diritto per quanto fino ad oggi verificatosi.”

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