Il megacanile di Rende in un’area a rischio inondazione, residenti temono epidemie (FOTO)

Il ‘tecnologico’ canile sarà gestito e costruito da un privato sui terreni a lato dell’ex inceneritore mai bonificato, vicino al depuratore oggetto di indagini da parte della magistratura e il fiume Crati e si teme possa diventare un business che mette a rischio la salute pubblica

 

RENDE (CS) – La città di Rende sembrerebbe pronta ad accogliere un canile comunale. Una struttura all’avanguardia che sarà costruita con fondi pubblici per poi essere affidata a un privato per almeno 21 anni. Sorgerà in contrada Coda di Volpe tra i terreni e la discarica dell’ex inceneritore mai bonificati, il depuratore oggetto di più sequestri da parte della magistratura e il fiume Crati. L’investimento è pari ad 800mila euro e prevede la progettazione definitiva, la progettazione esecutiva, la costruzione e la gestione del canile rifugio Le Quattro Zampe. Avrà 430 box per ospitare cani (di cui 300 riservati al Comune di Rende e 21 per cani degenti), un’infermeria/ambulatorio veterinario, una sala tolettatura, una cucina, degli uffici, una cella frigorifera per gli animali morti da smaltire e aree attrezzate per i visitatori che si avvicineranno alla struttura per adozioni, pet therapy, visite mediche, consulenze, albergo cani, sepolture e altre eventuali iniziative o servizi. La struttura dovrebbe dar lavoro, part time a dieci persone, compresi accalappiacani e veterinari. Il termine per la presentazione delle offerte è scaduta ad aprile, ma l’appalto (cui responsabile unico del procedimento e progettista è il dirigente dell’Ufficio Tecnico Francesco Minutolo) non è ancora stato affidato.

 

Nella relazione tecnica si legge che i terreni su cui verrà realizzato, pur essendo a rischio inondazione e poco distanti dal fiume (meno di 150 metri limite previsto già dalla legge Galasso), sono stati ritenuti “idonei alla collocazione di box ad ospitare i cani. La predisposizione del sito, prevede la realizzazione degli impianti necessari per lo smaltimento delle acque meteoriche, di lavaggio e dei liquami solidi e liquidi dei cani”. Per arginare il problema le zone più ‘critiche’ saranno ”utilizzate parzialmente” e i liquami saranno convogliati in dei canali di raccolta collettati con la rete fognaria. L’opera dovrà essere realizzata entro 240 giorni dalla consegna dell’area da parte del Comune di Rende e comporterà, teoricamente, un risparmio di circa 100mila euro l’anno. Costi che i rendesi pare sostengano per  far ospitare i cani recuperati nel proprio territorio che però di fatto aumenteranno visto che Rende, come indicato nell’analisi economico finanziaria del progetto, verserà al gestore della struttura di un contributo fisso di 130mila euro annui. Per legge, si ricorda, la custodia dei randagi è infatti affidata al Comune.

 

CANILE AD ALTA TECNOLOGIA

 

Le Quattro Zampe sarà dotato di “dispositivi contro gli animali indesiderati e gli agenti infestanti e infettivi; di un sistema di controllo automatizzato per l’accensione e lo spegnimento sia dei ventilatori che delle trappole di cattura. Un dispositivo che sulla base di misure dei parametri ambientali, rileva la tendenza verso condizioni “critiche favorevoli” all’arrivo di potenziali vettori di malattie infettive“. Sarà automatizzata anche la ventilazione e canalizzazione dell’aria all’interno dei box “un sistema che – come spiega il bando – consente di immettere aria anche miscelata a sostanze piretroidi, per proteggere gli animali da veicoli di malattie infettive, oltre che garantire il necessario tasso di ventilazione agli ospiti dell’impianto. In più avrà una rete di trappole con attrattivi luminosi, disposte all’esterno dei box per attirare e catturare potenziali vettori di malattie infettive in numero sufficiente a coprire l’area del canile. Separatore zona notte/zona giorno azionabile dal corridoio esterno al box, automatizzabile e predisposto per Box prevenzione veicolo malattie infettive e box di sicurezza sistema di abbeveraggio automatizzato autopulente”. Attrezzature che hanno un consumo orario di circa 360-450 litri di acqua che il privato dovrà scegliere se prelevare dall’acquedotto comunale o in maniera autonoma creando un proprio pozzo. I cani che saranno ospitati nel maxicanile di Rende avranno a disposizione 8 metri quadri ciascuno con una tettoia, una brandina, un piccolo cortile, con un’area di sgambatura di 40 metri quadri ogni 10 box . Per l’isolamento acustico lungo il perimetro del canile sarà impiantata una parete arborea.

 

CANILE: BUSINESS E RISCHIO EPIDEMIE

 

Lo scetticismo tra i residenti di Coda di Volpe in merito all’opera è diffuso. Si tratta di cittadini esasperati dalle criticità ambientali della zona in cui si registra un’alta concentrazione di patologie tumorali. L’area doveva essere bonificata e adibita a parco urbano, ma il progetto fu poi accantonato in favore del Parco Acquatico di Santa Chiara. Si teme che ora il canile possa creare un ulteriore pericolo alla salute pubblica e che il privato possa speculare e far diventare l’opera un business. Per ogni esemplare ospitato infatti il privato riceverà un contributo dal Comune e si sospetta che chi gestirà l’opera per garantirsi maggiori entrate possa penalizzare o comunque avere poco interesse a facilitare le adozioni. “Il megacanile che vogliono costruire – affermano i residenti – è equiparato a livello di contaminazione alle industrie insalubri di prima categoria, quindi andrebbe mantenuto a debita distanza dai centri abitati. Invece le case sono a meno di 500 metri, a 300 metri c’è un call center con 300 lavoratori, a 50 metri il fiume Crati e a 30 metri una strada abbastanza frequentata.

 

Ciò comporta un rischio di epidemia di malattie come zoonosi, leptospirosi contagiose anche per l’uomo e che non sappiamo che effetti possano avere con lo sversamento dei reflui nelle acque del fiume se non ben depurati. Volevano fare lì una discarica, – spiega un uomo che vive da sempre in contrada Coda di Volpe – ma per fortuna si è riusciti a bloccare il progetto. Ora invece di aiutarci visto che abbiamo un malato di tumore per ogni famiglia e non possiamo aprire le finestre per l’aria maleodorante ci fanno questo ‘regalo’. In più credo sia difficile che degli alberi possano mitigare l’abbaiare di 400 cani, soprattutto di notte. Le Quattro Zampe è probabile che divenga un lager visto che il privato guadagna di più se i cani restano nella struttura fino alla morte (si vocifera che con il canile pieno si arriverebbe a circa 900 euro al giorno). Un’ipotesi logica”. Con tali presupposti non è da escludere che il nuovo canile del Comune di Rende possa essere trasformato in un altro dei problemi del ‘quadrilatero dei veleni’ tra Quattromiglia, zona industriale, Coda di Colpe e Settimo di Montalto.

 

 

 

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