Una tragedia che ancora manca di movente e solo le indagini in corso potranno svelare chi ha sparato contro chi e soprattutto perchè. E anche la dinamica, è ancora tutta da verificare.
RENDE (CS) – Sono molte le ipotesi che si fanno avanti nelle ore successive al ritrovamento della famiglia di Salvatore Giordano (nella foto in basso a sinistra), letteralmente sterminata a colpi d’arma da fuoco. Salvatore Giordano, 57 anni, la moglie Francesca Vilardi di 59 e i figli Giovanni (in basso a destra) e Cristiana (nella foto a destra) di 25 e 28 anni sono stati trovati senza vita uccisi nella loro villetta dia Via Malta, ai piedi del centro storico di Rende. Ma la dinamica della tragedia è ancora tutta da chiarire. Il primo dato importante è quello del ritrovamento delle due pistole, legalmente detenute ma appartenenti al padre di Salvatore, che le custodiva al piano sottostante l’abitazione della famiglia e che gettano ombre sul caso. Poi c’è il modo in cui gli inquirenti hanno ritrovato i quattro corpi senza vita all’interno della villetta.
Se da un lato si è fatta avanti l’idea del capo famiglia che uccide moglie e figli e poi si toglie la vita, dall’altro emerge una dinamica totalmente diversa che lascia aperte diverse ombre. Non è escluso infatti, che a sparare possa essere stato anche un altro componente della famiglia, forse il figlio, trovato in un’altra stanza riverso a terra con a fianco una delle pistole. Perciò non è chiaro chi possa aver aperto per primo il fuoco e chi invece, ha tentato di utilizzare la seconda arma per difendersi.
Potrebbe esserci anche una terza ipotesi: uno dei componenti della famiglia, dopo essere stato colpito, potrebbe aver tentato di disarmare il proprio familiare che impugnava l’arma e poi essere morto per dissanguamento.
Spunta un coltello con tracce di sangue
Infine, ultima ipotesi che sembrerebbe essere quella seguita dagli inquirenti, che Salvatore Giordano, possa aver prima tentato di accoltellare i familiari; pare infatti sia stato successivamente repertato un coltello con tracce ematiche. Sarebbero poi spuntate, ancora per motivi poco chiari, le due pistole, una delle quali impugnata dal capofamiglia per sparare contro i familiari. Poi il 57enne avrebbe rivolto l’arma contro se stesso sparandosi in bocca.
VIDEO – Le prime testimonianze
Marito e moglie trovati vicini nella stessa stanza insieme alla figlia
I dati certi dunque sono pochi. Il primo riguarda il ‘luogo’ in cui sono state ritrovate le due pistole. Una nella stanza dove sono stati trovati i corpi di Salvatore Giordano, della moglie e della figlia e l’altra vicina al quarto cadavere, quello del figlio, in un’altra stanza. Ma anche questo elemento non fa luce sulla tragedia che ha colpito una famiglia rinomata e molto conosciuta in tutta la città.
E soprattutto alcune ipotesi che stanno circolando in queste ore e che attribuiscono la responsabilità a Salvatore Giordano, viste le indagini in corso, non fanno altro che gettare fango su un tragico e drammatico episodio in quanto neanche il movente è chiaro. Da parte degli inquirenti vige il silenzio assoluto.
Dalle indiscrezioni relative ai fatti immediatamente successivi alla strage familiare, è emerso che intorno alle 4.00 di questa notte i genitori anziani, che abitano al piano di sotto avrebbero sentito dei colpi. Verso le 13 di oggi, non avendo notizie della famiglia avrebbero insieme ad altri parenti cercato di entrare in casa senza riuscirci.
E’ per questo motivo che hanno chiesto l’intervento dei vigili del fuoco, dei sanitari e dei carabinieri, che ha portato alla macabra scoperta. All’interno dell’appartamento inoltre, tutto era in ordine, e secondo i primi riscontri non ci sarebbero i segni di una lotta. Tre dei cadaveri, tra cui moglie e marito trovati vicini, sarebbero stati rinvenuti in una zona della casa, mentre il figlio, era in un’altra stanza. Cristiana, la figlia della coppia che lavorava in un noto call center di Rende, era nella stessa area in cui sono stati trovati i suoi genitori. Infine, quale atto dovuto, gli inquirenti avrebbero anche perquisito il negozio di telefonia della famiglia che si trova nei pressi dell’autostazione di Cosenza. Solo gli accertamenti, balistici, autoptici e tecnici potranno tentare di far luce su questa immane tragedia.
Sequestrato il negozio all’autostazione
La Procura della Repubblica di Cosenza, in serata, ha deciso di porre sotto sequestro l’attività commerciale di telefonia, appartenente a Salvatore Giordano, che si trova in piazza autolinee, già visitata nel pomeriggio dagli inquirenti, per tentare di trovare elementi utili alle indagini.