RENDE – La battaglia per il rispetto delle norme europee sulla tutela dei lavoratori varca i confini del Mediterraneo.
Anche dalla Tunisia arrivano messaggi di sostegno alla battaglia messa in campo dal sindacato CGIL in difesa dell’occupazione del settore call center. Tullio Ludione e Viviana Lacopo, delegati della Slc Cgil Calabria, in visita a Tunisi per uno scambio culturale tra le realtà sindacali della Cgil Calabria e della UGTT (Unione Sindacale dei Lavoratori Tunisini) hanno incamerato il sostegno del maggiore sindacato tunisino per l’iniziativa di protesta messa in campo dalle segreterie nazionali di categoria con lo sciopero del prossimo 21 Novembre. I sindacalisti della Slc Calabria hanno spiegato ai colleghi tunisini le azioni messe in campo in difesa dell’occupazione della tenuta dell’intero settore dei call center in Italia, che nella sola Calabria occupa circa 15mila addetti contribuendo all’economia della regione con una redistribuzione di salari di circa 200milioni di euro. Su tutte la richiesta di recepimento della direttiva comunitaria 23/2001 che prevede che nei cambi di appalto i lavoratori seguano il lavoro, mettendo così in sicurezza un intero comparto.
Tullio Ludione RSU in Infocontact Rende
“Il 21 sarò in piazza al fianco di migliaia di colleghi contro i “papponi” dell’imprenditoria, contro chi permette alle grandi aziende di indire aste al ribasso e non fissare un tetto minimo sotto il quale non scendere. Protesteremo contro un sistema che permette alle aziende di utilizzare contributi pubblici per abbassare il costo del lavoro ed alla fine degli sgravi fiscali le aziende fuggono alla ricerca di nuovi incentivi. Saremo in piazza, ancora una volta per chiedere l’applicazione di una normativa che dia dignità ad 80mila lavoratori del settore”.
Viviana Lacopo RSU in Call&Call Locri
“Basterebbe recepire la direttiva comunitaria 23/2001 per mettere in sicurezza l’intero settore eppure nonostante questa norma sia in vigore in tutta Europa, in Italia ancora non è stata recepita. Nella Locride l’azienda per cui lavoro Call&Call rappresenta una delle poche possibili occupazioni per la mia generazione per questo richiediamo il sostegno alla nostra rivendicazione da parte delle istituzioni locali. Sarò in piazza il prossimo 21 perché voglio conquistare la dignità di essere fiera del lavoro che svolgo e soprattutto per non sentirmi perennemente una precaria a tempo indeterminato a causa della scelleratezza legislativa del mio paese”.