Miceli: “Il passo indietro di Munno dimostra che avevamo ragione. Aceto difende l’indifendibile e racconta frottole alla città.”
RENDE (CS) – “Quando un diritto dei cittadini diventa un privilegio per i politici la nostra reazione non può che essere di sdegno e disapprovazione. Il caso dell’esenzione Tari per l’area inquinata ex Legnochimica, esenzione di cui voleva usufruire anche l’assessore Munno, rientra in questa casistica. E il suo passo indietro dimostra che avevamo ragione.” Così dichiara Domenico Miceli, capogruppo MoVimento 5 Stelle al Comune di Rende. “Munno, ora, – continua il pentastellato – oltre a dichiarare di voler stralciare la sua richiesta di esenzione (naturalmente aspettiamo le prove e vigileremo in tal senso, non per sfiducia, per carità) dovrebbe stoppare anche i vaneggiamenti del consigliere Aceto che non solo difende l’indifendibile, quanto racconta anche frottole alla città. La prima e più evidente distorsione della realtà riguarda l’allontanamento di Munno durante il voto nella seduta di Giunta in data 23 maggio 2017. Il sindaco e il vice segretario generale sottoscrivono un documento, la delibera di Giunta n° 105, approvato con “votazione unanime resa e verificata nei modi e nelle forme di legge”. Di due l’una. O il sindaco e il vice segretario generale hanno prodotto un atto falso, omettendo di verbalizzare in un atto pubblico l’allontanamento al momento del voto dell’assessore Munno, che avrebbe comportato anche la mancanza del numero legale necessario a licenziare la pratica, oppure Aceto mente sapendo di mentire.
Non c’è alcun dubbio: l’assessore ha votato quella delibera che ha reso esecutivo l’emendamento all’art. 24, comma 1 del Regolamento per la disciplina dell’imposta unica comunale (Iuc) 2016, che per mere questioni di bilancio, nel 2016 non vi erano coperture finanziarie, è stato riapprovato dal Consiglio comunale nel 2017 in forma retroattiva, grazie anche alla battaglia del M5S in Aula. La mappatura è stata dunque demandata agli uffici e ai dirigenti competenti, portata in Giunta e non in Consiglio come afferma Aceto, e approvata all’“unanimità” dei presenti. Assessore Munno compreso. Dispiace constatare che il consigliere Aceto, promotore di giornate di formazione di giovani ed amministratori di Forza Italia, inciampi sull’iter burocratico-amministrativo che ha portato al perfezionamento della pratica in oggetto e pensi di aver approvato in Consiglio documenti che sono appannaggio della Giunta. Quanto ai cerchi e ai coni, il collega Aceto o gli uffici preposti o meglio ancora i dirigenti interessati e il sindaco, spieghino alla città i criteri oggettivi che hanno portato a quel disegno astratto, mostrino le carte che indicano l’inquinamento dell’area ricompresa nel cono, chiariscano il perché quel cerchio s’interrompe così bruscamente e perché quel documento non è stato preventivamente condiviso nelle Commissioni Bilancio e Ambiente.”