Cinquanta anni di veleni, morte e sfruttamento. L’area urbana di Cosenza si mobilita: “Decidiamo Noi”

“Se respiriamo idrocarburi ci ammaliamo”, cittadini a raccolta a Rende per un incontro volto a rivendicare il diritto alla salute.

 

RENDE (CS) – Assemblea pubblica autoconvocata da Associazioni, Movimenti, Comitati e Singolarità operanti sul territorio per il bene comune. Giovedì 6 luglio alle 19.00 in piazza San Carlo Borromeo a Rende la cittadinanza è invitata a partecipare all’incontro volto a fare il punto sulle criticità ambientali dell’area urbana di Cosenza partendo dal caso dell’ex Legnochimica. L’iniziativa è stata lanciata dal Coordinamento Territoriale #DecidiamoNoi: una rete orizzontale di associazioni e singoli che, al di fuori di ogni strumentalizzazione dei partiti, si propone di difendere i beni comuni quali l’ambiente e la nostra salute. “Per avere eco e arrivare lontano – scrivono gli attivisti di DecidiamoNoi – c’è bisogno della tua presenza, dei tuoi familiari dei tuoi amici e dei colleghi che incontri o contatti ogni giorno. E’ fondamentale esserci nelle campagne di informazione, negli incontri collettivi, nelle manifestazioni e ai sit-in. Se non vuoi ammalarti, se vuoi che tutti stiano bene, se vuoi batterti per il rispetto del territorio, se vuoi dire la tua sulle scelte che interessano la comunità, se non vuoi essere “inconsapevolmente responsabile” di tanti scempi. Pretendi la bonifica e unisciti al coordinamento”.

 

 

I LAGHETTI DELLA LEGNOCHIMICA: BREVE STORIA DELL’INIZIO DI UN DISASTRO

L’attività della Legnochimica, nell’area industriale di Rende, inizia nel 1969 con la produzione di pannelli in fibra di legno e di tannino. Nel 2002 tutte le attività si fermano e nel 2006 la Legnochimica è posta in liquidazione lasciando come frutto dei suoi 33 anni di attività, una scia continua di morti e di ammalati tra i dipendenti e i residenti ma anche di sfruttamento e inquinamento. La Legnochimica, infatti, ha impiegato enormi quantità d’acqua e di sostanze chimiche per il trattamento del legno. Le acque di lavorazione sature di veleni e derivati tossici, miste agli scarti di lavorazione del legno, non sono mai state smaltite secondo criteri consoni alla salvaguardia dell’ambiente e della salute, ma raccolte, nel tempo, in 8 bacini artificiali, di cui 6 interrati e 2 affioranti. Questi “laghetti” negli anni hanno causato un disastro ambientale interessando falde acquifere e corsi d’acqua, Crati compreso, inquinati con minerali pesanti, come Alluminio, Ferro, Rame, Cadmio, Arsenico e Cromo, con valori anche 100.000 volte oltre la soglia di sicurezza; l’aria con concentrazioni di particolato (PM 10 e PM 2,5) e di IPA respirati ogni giorno dai lavoratori della Legnochimica, dagli abitanti e dai lavoratori della zona industriale di Rende; i terreni coperti da strati di sostanze volatili tossiche depositati negli anni e irrigati con acque di falda inquinate

LEGNOCHIMICA: OGNI GIORNO CI AVVELENIAMO SENZA ACCORGERCENE

Anche quest’anno, dal 20.5.2017, i “laghetti” hanno preso fuoco a causa del fenomeno di autocombustione che si innesca con le temperature estive. I laghi ogni anno bruciano immettendo nell’aria quantità spropositate di IPA – idrocarburi aromatici, la cui inalazione è causa di leucemie e cancro – e di particolato, causa di gravi problemi respiratori soprattutto nei più piccoli e negli anziani, d’irritazioni agli occhi e alla pelle. I laghetti bruciano, noi respiriamo e poi ci ammaliamo. In questi anni, siamo stati spinti a pensare che il problema riguardasse i residenti e i lavoratori dell’area industriale, visto che nessuno ci ha mai informato che i fumi delle combustioni si diffondono in un raggio che va da Montalto a Cosenza, impattando pienamente su Rende con la sua Università e i suoi studenti; e allora il problema avvelenamento non si ferma a soli 3 comuni ma a tutta una regione. Respirare idrocarburi equivale a respirare il cancro. Gli IPA immessi in atmosfera hanno il potere di modificare l’elica del DNA e chi si espone a questo avvelenamento costante trasmette ai propri figli e alle future generazioni un bagaglio di malattie gravi e spesso non curabili. Il problema dell’inquinamento della Legnochimica è un problema di tutti. Non si può più aspettare: la bonifica è urgente.

 

 

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