Rende allo sfascio, palazzo comunale pericolante e periferie abbandonate

Il pavimento del Comune di Rende sprofonda a meno di 7 anni dall’inaugurazione. Il sindaco intende fare chiarezza mentre i cittadini sollecitano lavori. Sull’accaduto intervengono i consiglieri De Rango, Scola e Beltrano.

 

RENDE (CS) – “I residenti delle zone di Arcavacata, Saporito, Santo Stefano, Surdo e Centro Storico sono indignati con l’amministrazione comunale per la mancata risposta alle loro sollecitazioni di intervento. Sono mesi – scrive il comitato Rende Pulita in una nota – che stiamo segnalando all’Assessore ai Lavori Pubblici, Pino Munno le criticità che attanagliano il territorio rendese, ma ad oggi, abbiamo avuto solo promesse. Nessuna risposta. Ecco perché ci siamo rivolti, adesso, al sindaco Manna con la speranza che lo stesso non segua le cattive orme del suo Assessore. I cittadini di queste zone, pur pagando le tasse, non possono usufruire di servizi elementari ed indispensabili come la manutenzione delle strade, che sono ricolme di buche e sono diventate un colabrodo, delle fogne a cielo aperto, dei marciapiedi completamente in dissesto, delle villette comunali in totale degrado e tante altre problematiche ancora.

 

Eppure, tutti questi problemi sono stati segnalati all’amministrazione comunale anche via Facebook, ma tutto ancora tace. In particolar modo, ad Arcavacata c’è la necessità della manutenzione delle strade e di un operatore ecologico che, invece, non c’è, con la conseguenza di cumuli di sporcizia ovunque, di erba e sterpaglie, con il rischio di incendi con l’approssimarsi della stagione estiva. Ed ancora, dal centro storico ci si lamenta chefoto ok la pavimentazione in porfido è tutta in dissesto, con il grave pericolo per le persone anziane che rischiano la loro incolumità, nonché della presenza di eternit in via Vanni, ex autorimessa comunale, e di fogne a cielo aperto, così come i campetti, sempre nel centro storico, in preda ad incivili e tossicodipendenti. Questi stessi problemi di degrado e di incuria sono presenti anche a Santo Stefano, a Surdo, a Saporito e a contrada Rocchi. Speriamo che questa denuncia pubblica possa essere finalmente accolta e che qualcuno dalle mura municipali si ricordi che esistano anche i residenti delle periferie che hanno votato questo sindaco”.

 

Il sindaco di Rende a sua volta intende approfondire perché il Comune a pochi anni dalla sua inaugurazione stia letteralmente sprofondando. “Il Comune di Rende è costato ben 7 milioni di euro. Il collaudo è stato fatto nel luglio 2010. Eppure la situazione è visibilmente impressionante. Il marciapiede esterno dal lato posteriore del Comune è in pratica crollato”. La nota dell’ufficio tecnico parla di “dissesti in evoluzione che sono stati riscontrati sui marciapiedi esterni legati ad un abbassamento del terreno di supporto. Gli uffici tecnici comunali – continua la nota – stanno verificando le cause dei dissesti e se ci sono responsabilità degli attori che hanno concorso alla realizzazione dell’opera”. Il sindaco di Rende si augura che tutto si “ chiarisca presto. Anche per sapere le cause che ha provocato questo inaspettato crollo. Di certo non è un bel vedere”. La struttura comunale è stata costruita dal Consorzio Emiliano Romagnolo. Per adesso la zona è stata protetta. Nei prossimi giorni al termine dell’accertamento dell’ufficio tecnico verranno chiarite le cause dell’assurda vicenda.

 

L’intervento dei consiglieri Alessandro De Rango – Consigliere Comunale di Rende del PD; Carlo Scola – Consigliere Comunale di Rende Riformista; Franco Beltrano – Consigliere Comunale di I.P.R.

“Uno dei tratti caratteristici, purtroppo negativi, di questa amministrazione è quello di innalzare cortine fumogene e seminare spauracchi ogni qual volta si presenta una difficoltà oppure un insuccesso che la riguarda. Oggi è il caso del piccolo cedimento di un marciapiede del nuovo municipio, che viene utilizzato per distogliere l’attenzione in merito alle problematiche sulla raccolta dei rifiuti e del nuovo sistema di raccolta la cui gestione è evidentemente sfuggita di mano agli attuali amministratori. Finanche in consiglio comunale il Sig. Sindaco evoca l’episodio del marciapiede ceduto (parlando di bilancio poi) come a voler dire “ho trovato macerie, tutto crolla sotto i miei piedi” . Questo è un espediente rispetto al quale è necessario ristabilire i fatti.

Il nuovo municipio, concepito dal Sindaco Principe e dai suoi collaboratori dell’epoca, sorge sul vecchio tracciato della SS 19  accompagnato da strali e critiche di tutti i colori. Oggi è diventato uno dei punti più importanti e riconosciuti dell’intera area urbana. La sua costruzione è avvenuta mediante appalto di pubblica evidenza ed è stato finanziato mediante l’acquisto delle scuole di proprietà del Comune di Rende da parte della Provincia quando era Presidente il compianto Tonino Acri. Nel corso degli anni ’70, ’80 e ’90 gli amministratori dell’epoca costruivano scuole, chiese, piazze, centri sociali, strade, fognature, ecc… che andavano ad arricchire il patrimonio del Comune di Rende, oggi pari a circa 200 milioni di euro, e successivamente hanno avuto, sempre gli stessi amministratori, la capacità di concepire la vendita delle scuole all’Ente Provincia ricavando la disponibilità finanziaria per costruire il nuovo palazzo di Città che è unanimemente riconosciuto come una delle opere più moderne e belle della Città e non solo.

I Rendesi attendono, ancora dopo ben tre anni, di scorgere negli attuali amministratori eguali capacità amministrative. L’appalto in questione ammontava a circa 5 milioni di euro (e non 7 milioni come qualcuno afferma) ed un costo di costruzione di 700/800 a metro quadro che è veramente poco per una opera di tale complessità. Dopo qualche anno cede un pezzo di marciapiede e qualche avvoltoio inizia a sorvolare sull’accaduto adducendo argomenti e notizie quanto meno discutibili. Dalle notizie che abbiamo raccolto possiamo dire che tale episodio non interessa le componenti strutturali dell’edificio ed è dovuto a problemi di manutenzione dell’impianto di sollevamento del sistema di smaltimento delle acque reflue. Infatti esiste un sistema di drenaggio di tali acque che è munito di una pompa di sollevamento che, in condizioni di normale manutenzione, smaltisce le acque nella conduttura destinata. In mancanza di manutenzione e di funzionamento si è verificato il classico effetto sifone per cui l’acqua ha penetrato il terreno di riempimento circostante ed ha trovato una via di fuga alternativa.

Sorge una domanda dunque: dopo tre anni dall’insediamento dell’amministrazione targata Manna, la manutenzione degli impianti comunali sotto quale direzione e responsabilità ricadono? O forse anche la mancata manutenzione è responsabilità e colpa delle passate amministrazioni? Risulta inoltre che l’ufficio tecnico sia a conoscenza di tale problema ma non abbia i mezzi tecnici per intervenire, ma evidentemente ci sono anche problemi di comunicazione tra gli uffici ed i referenti politici in carica. La risposta è che quanto è accaduto è di responsabilità di chi oggi, o meglio da ormai tre anni, amministra l’Ente. E pensare che, invece, a pochi metri esiste una meravigliosa infrastruttura come il Viale Principe che a distanza di circa 10 anni dalla sua apertura non presenta nemmeno una buca, dico una !

In ultimo, sarebbe interessante sapere cosa ne pensano alcuni consiglieri comunali e attuali assessori che nelle legislature trascorse facevano parte di quelle amministrazioni che hanno amministrato la città negli anni oggetto delle reprimende estese recentemente dal Sig. Sindaco. Perché se per assurdo le rovine ci sono e se i buchi ci sono e se i problemi ereditati ci sono bisognerebbe essere conseguenti e sfiduciare subito coloro i quali hanno partecipato, nei diversi ruoli, a quelle legislature ed anche chi è stato eletto nelle liste contrapposte ed oggi si ritrova magicamente in maggioranza. Oppure, le rovine non ci sono, le condizioni di bilancio non sono così drammatiche come si vorrebbe far credere, esiste un patrimonio complessivo di circa 200 milioni di euro ed un patrimonio netto che passa da 75 milioni a 65 milioni di euro per colpa dell’attuale gestione amministrativa e, quindi, è solo una questione di inesperienza ed incapacità amministrativa, che non è una bestemmia ma una amara constatazione.”

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