“Sistema Rende”: il clan Lanzino gestiva il potere con Principe

Il pm Pierpaolo Bruni, ieri, ha iniziato la sua requisitoria che proseguirà martedì prossimo. Nella prossima udienza le richieste.

 

RENDE (CS) – Oltre due ore di requisitoria del pm della Dda Piepraolo Bruni, si sono susseguite ieri, nell’aula bunker del Tribunale di Catanzaro, nel corso dell’udienza preliminare del processo “Sistema Rende”; l’inchiesta antimafia della Dda di Catanzaro sulle presunte infiltrazioni mafiose nel comune di Rende di alcuni esponenti del clan Lanzino. La pubblica accusa ha ricostruito le risultanze investigative condotte dal Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Cosenza, nel corso delle quali sarebbero emerse le condotte illecite dell’ex assessore regionale Sandro Principe (all’epoca dei fatti contestati, sindaco di Rende e consigliere di maggioranza nel periodo in cui era stato eletto Cavalcanti). A Rende esisteva un sistema di potere gestito da Sandro Principe e dalla cosca Lanzino-Ruà: questo ciò che è emerso nelle due ore di requisitoria.

Nell’inchiesta, oltre a Principe, figurano altri politici e presunti boss, arrestati il 23 aprile dello scorso anno. Tra questi Umberto Bernaudo, Pietro Ruffolo, Rosario Mirabelli e Giuseppe Gagliardi. Il provvedimento restrittivo emesso dal gip del Tribunale di Catanzaro, venne poi notificato in carcere a quattro esponenti del clan “Lanzino” di Cosenza: Adolfo D’Ambrosio, Michele Di Puppo, Umberto Di Puppo e Francesco Patitucci. Vi è pure Marco Paolo Lento, inquadrato come il “factotum” di Mirabelli; anche per lui scattarono le manette.

Nel corso della precedente udienza i legali avevano chiesto il rito abbreviato per Mirabelli, Patitucci, Lento e Umberto Di Puppo. Ieri, invece, nella prima parte della requisitoria, il pm ha ricostruito tutta l’inchiesta affrontando i singoli capi d’imputazione ed evidenziando quelle che – a suo dire – sono le contraddizioni emerse dal provvedimento del Riesame e della Cassazione, che hanno rimesso in libertà gli indagati. Cristallizzato, dunque, il quadro di coloro i quali intendono farsi giudicare col rito ordinario e in abbreviato. Hanno scelto un rito alternativo Adolfo D’Ambrosio, Francesco Patitucci, Michele e Umberto Di Puppo, Rosario Mirabelli e Marco Paolo Lento. Rischiano il processo, o eventualmente il proscioglimento, Principe, Bernaudo, Ruffolo e Gagliardi.  L’udienza preliminare riprenderà il prossimo martedì 16 maggio, quando la pubblica accusa terminerà con le richieste al gup Distrettuale di Catanzaro. Il comune di Rende finora non si è costituito parte civile. I reati contestati a vario titolo sono concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio, corruzione.

 

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