Alla Regione Calabria continuano a succedere cose inspiegabili.
Senza volere ironizzare su una tragedia che è quella della morte, a soli 60 anni del dirigente dell’Assemblea Regionale della Calabria, Nicola Lopez, quello che vi voglio raccontare ha veramente dell’incredibile: potremmo anche usare il termine inglese, tornato di moda in una trasmissione televisiva, “Alive”. Per il rispetto dovuto al dirigente scomparso, si era deciso di annullare la seduta del consiglio regionale prevista per oggi, giorno del suo funerale. Per rinviare una seduta c’è bisogno della comunicazione firmata da un dirigente. Indovinate chi firma l’atto formale ed ufficiale? Proprio il dirigente deceduto. Insomma, è come dire che il Lopez “conscio” di dover morire ed interprete della volontà politica di rinviare la seduta del consiglio nel giorno del suo funerale, aveva già firmato il documento che, a questo punto assume carattere “testamentario” . Così la comunicazione di rinvio: “d’ordine del Presidente, il dirigente Nicola Lopez”. Ma, la Regione Calabria ieri è stata al centro di un altro importante “scossone” che, questa volta ci riporta sulla terra. L’accusa all’assessore all’agricoltura, Michele Trematerra di concorso esterno in associazione mafiosa: avere posto in essere una serie di “condotte materiali e procedimentali amministrative a favore dell’associazione” mafiosa dei Lanzino ed in particolare a “favore degli imprenditori facenti parte della cosca e delle rispettive società”, oltre che a favore dell’ex consigliere comunale Angelo Gencarelli. In ambedue i casi è come dire che alla Regione Calabria si continua ad “andare oltre”.