Minacciato di morte da presunti usurai, quattro fermi tra i ‘Lanzino’

RENDE – Pestato con una mazza da baseball e costretto a ‘vendere’ la casa per un debito di soli 5mila euro.

Presunti estorsori e usurai avrebbero minacciato di morte un uomo al quale era stato concesso un prestito che non avrebbe poi provveduto coprire nei tempi prestabiliti. Si tratta di Porcaro Roberto, di Cosenza, pregiudicato classe ’84, sospettato di associazione a delinquere per la presunta appartenenza alla cosca Lanzino, rintracciato dalle forze dell’ordine in via Panebianco; di Alberto Fioretti, pregiudicato 37enne di Cosenza, residente a Castrolibero in Largo degli Aquiloni; di Basile Antonio, trentunenne pregiudicato di Cosenza individuato dai militari in via degli Stadi e del fratello Maurizio classe ’64, residente anch’egli ad Andreotta in via Mattia Preti. I quattro, secondo i rilievi delle forze dell’ordine, per circa due anni avrebbero vessato un imprenditore che non riusciva a ripagare un debito contratto con il sodalizio criminale moltiplicatosi di mese in mese con una maggiorazione del 10%. Per i primi sette mesi l’uomo sarebbe riuscito a fare fronte alle richieste, però pagando solo gli interessi maturati. Del capitale prestato originariamente invece non sarebbe riuscito a restituire neanche un centesimo. I ‘creditori’ per recuperare il denaro avrebbero così intimato all’imprenditore la vendita di un furgone, la consegna di parte delle armi in suo possesso (poi restituitegli) e la sottoscrizione di una scrittura privata in cui la madre è stata costretta a firmare per la vendita dell’abitazione in cui risiede ad una cifra irrisoria: 50mila euro per un appartamento del valore stimato intorno ai 200mila euro. Proprio questo episodio avrebbe fatto scattare nell’imprenditore la volontà di mettere fine a questa storia spingendolo a denunciare i fatti ai carabinieri della stazione di Rende che in poche settimane, coordinati dalla Dda di Catanzaro, hanno sottoposto a fermo le quattro persone coinvolte. Il procuratore di Catanzaro Vincenzo Lombardo nel descrivere la dinamica dell’operazione ha illustrato il livello di violenza a cui da diverso tempo era stato sottoposto l’imprenditore a cui era stato chiesto di recarsi dal notaio per formalizzare la cessione della casa. Il comandante della Compagnia di Rende, Luigi Miele, nel comunicare alla stampa i dettagli dell’operazione ha rivolto un appello a tutte le vittime di usura ed estorsione: “aiutateci ad aiutarvi”.

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