Azione politica e amministrativa bloccata da mesi da squallidi giochi di potere.
RENDE (CS) – “Una Giunta dimezzata, dirigenti “scaduti”, presidente del Consiglio dimissionario. Il Consiglio comunale di Rende – scrive in una nota il consigliere Domenico Miceli del Movimento Cinque Stelle – e la gestione politica del Comune sono bloccati da mesi da squallidi giochi per il potere che si stanno consumando all’interno della maggioranza di governo. Questa accozzaglia multicolore, comandata dal Nuovo Centrodestra che tiene sotto scacco l’esecutivo, ha gettato nel degrado più assoluto la città di Rende. L’ultimo capitolo di questa saga poco edificante si è consumato nel corso dell’ultimo Consiglio, che ha registrato un nuovo ed eclatante rinvio dell’elezione del presidente del Consiglio e della presentazione della Giunta per mera opportunità politica. Sullo sfondo le elezioni provinciali, ente in dismissione che continua però a far gola ai partiti che, seguendo logiche da prima Repubblica, cercano consensi di secondo livello a destra, a sinistra e anche al centro. Pur in assenza di un chiaro programma politico o di una qualsiasi strategia per migliorare le cose in provincia.
Per colpa dei cinque candidati rendesi, due dei quali (Beltrano e Ziccarelli) seppur contrapposti a livello comunale si ritrovano inseriti nella stessa lista per la Provincia, ci ritroviamo con un Comune praticamente bloccato, senza dirigenti, senza assessori, senza punti di riferimenti certi per i cittadini. Non che la presenza di assessori e dirigenti scelti da questa classe politica abbia mai dato risposte certe ed esaustive ai rendesi, questo è chiaro, ma almeno si rispettava il minimo del decoro istituzionale. Oggi la città è attonita: non riesce a rimpiangere il passato e non si capacita del presente, ma vede tra le due apparentemente distinte compagini politiche quella continuità amministrativa che si traduce nell’inadeguatezza gestionale sottomessa ai diktat dei maggiorenti politici. Come Movimento 5 Stelle prendiamo le distanze da questo modo di “fare” politica, da questo modo di essere di questa classe dirigente che è quanto di più distante dal concetto stesso di bene comune, unico interesse generale che difendiamo. Questo l’unico discorso che ci interessa portare avanti e che non possiamo realizzare per constatata incapacità e disinteresse dell’amministrazione Manna”.