RENDE (CS) – E’ banale dirlo: “noi l’avevamo detto” ma, ogni tanto un po’ di soddisfazione serve a rendere merito a chi guarda lontano.
Lo scorso 17 gennaio, scrivevamo un pezzo dal titolo: “C’è voluto Assad per dare visibilità al Porto di Gioia Tauro”. L’occasione era data dall’arrivo delle armi chimiche dalla Siria e dalla protesta dei sindaci e del Governatore della Calabria, oggi peraltro tutte rientrate. In quell’occasione dicevamo che, invece dai ricordarsi di Gioia Tauro solo per rifiuti tossici e distruttivi, in quelle acque potevano portare la Concordia per essere “smontata” visto che dietro al disarmo della nave affondata al Giglio girano milioni di euro. Oggi a dirlo, dopo il sindaco di Gioia Tauro, 15 europarlamentari italiani del centrodestra hanno firmato un appello consegnato al presidente Letta perché “il Governo eserciti ogni pressione e svolga opportuna azione perché il disarmo della Costa Concordia sia effettuato nel porto di Gioia Tauro”. Nell’appello si prende spunto dalla vicenda del trasbordo delle armi chimiche siriane che avverrà a nel porto calabrese. Lo smantellamento della nave naufragata al Giglio “impiegherebbe trecento nuovi occupati” con “almeno due anni di lavoro e un valore delle operazioni complessive di 500 milioni di euro”. “In questo modo – affermano i parlamentari – il Governo dimostrerebbe seria e concreta attenzione all’occupazione del Mezzogiorno e alle potenzialità della portualità meridionali, potenzialità che non possono essere ricordate solo quando c’è da localizzare operazioni delicate rifiutate da altri porti”.
Di seguito il link dell’articolo del 17 gennaio dove noi dicevamo proprio questo:
“C’è volto Assad per dare visibilità al Porto di Gioia Tauro”.