Call center: nessun accordo tra lavoratori e azienda, torna lo spettro del trasferimento a Rende

Da oggi pomeriggio è nuovamente calato un velo di incertezza sul futuro degli operatori Almaviva.

 

ROMA – “Preso atto della totale indisponibilità ad accettare il percorso industriale presentato dall’azienda, ribadita anche oggi dalle organizzazioni sindacali con toni perentori, Almaviva Contact non può che considerare superata la propria proposta” che quindi viene ritirata. Lo spiega la stessa azienda in una nota. Il piano di riorganizzazione avviato da Almaviva Contact il 5 ottobre scorso – si spiega – “costituisce una responsabilità inevitabile e necessaria per mettere in sicurezza l’attività dell’Azienda e salvaguardare, nella misura possibile, la continuità occupazionale“. L’accordo raggiunto nel maggio scorso tra Almaviva Contact, sindacati e istituzioni – dice l’azienda – “aveva stabilito la stipula di un contratto di solidarietà per un periodo di sei mesi, definito azioni stringenti per consentire alla Società di recuperare capacità competitiva, previsto misure di riforma strutturale del settore dei Call Center nella comune convinzione che solo un effettivo cambio di quadro e di regole di mercato avrebbe permesso un percorso alternativo alla ristrutturazione.

 

Nonostante l’attenzione con la quale il Governo ha seguito gli sviluppi dell’accordo, i dati puntuali sull’andamento hanno attestato un progressivo ulteriore aggravamento del conto economico e dei risultati operativi della Società, con perdite mensili superiori a quelle che avevano reso necessario il primo progetto di riorganizzazione, poi ritirato, del marzo scorso”. Al mese di settembre 2016, “Almaviva Contact ha registrato un fatturato ridotto del 50% negli ultimi quattro anni, pari a 100 milioni di euro, avendo mantenuto invariata una forza lavoro in Italia di 9000 persone, delle quali 8000 a tempo indeterminato. Ciò a fronte di una crisi del settore che ha comportato la chiusura di almeno 15 aziende negli ultimi 18 mesi. Le perdite medie mensili afferenti ai soli siti produttivi di Roma e Napoli nel periodo successivo all’intesa, ammontano a 1,2 milioni di euro su ricavi pari a 2,3 milioni, pur in presenza di ammortizzatori sociali”.

 

Con l’accordo dell’8 Novembre scorso i trasferimenti dei 398 dipendenti del call center Almaviva Contact dalla sede di Palermo a quella di Rende erano stati scongiurati grazie all’accordo firmato dai sindacati al Mise, alla presenza della viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova. Ora il tutto viene messo in discussione essendo stato ritirata la proposta. L’intesa prevedeva infatti l’assunzione entro il prossimo 5 dicembre su base volontaria di 295 operatori di Almaviva Contact Palermo, impiegati nella commessa Enel in scadenza a dicembre, da parte di Exprivia, la società che si è aggiudicata la commessa Enel. Gli altri 98 lavoratori dovrebbero rimanere in Almaviva Contact. L’accordo prevedeva che nel caso in cui i lavoratori dovessero risultare in numero inferiore ai 297, come stabilito dall’accordo, Almaviva avrebbe comunque proceduto a trasferire gli operatori palermitani della commessa Enel a Rende.

In foto lavoratori occupano sede Almaviva Palermo

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