RENDE – Forse oggi rischio un po’ ad intervenire su un problema scottante quale quello dei giornalisti, degli iscritti all’albo, di quelli pagati, di quelli sotto pagati e di quelli per nulla pagati.
Ma, per non rischiare molto mi affido alle dichiarazioni del segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa, Franco Siddi: “Non siamo il Paese dei giornalisti. In Italia non ci sono 112 mila giornalisti, ma 112 mila tesserini”. Così Siddi rincara: “esiste una netta differenza tra quanti svolgono effettivamente la professione giornalistica e quanti, invece, sono riconosciuti ai sensi della legge n. 69 del 3 febbraio 1963 e rimangono iscritti all’Ordine, più o meno, a vita”. Da qui la prova di quello che si afferma è sempre Siddi che parla: “Del resto, il numero di quanti svolgono effettivamente la professione è dato dalle posizioni attive all’Inpgi, ovvero da quanti percepiscono compensi da lavoro giornalistico: 47.727 dei quali 19.319 nel campo del lavoro subordinato e 28.408 fra liberi professionisti e parasubordinati”. E gli altri? ne restano 64.273 che cosa fanno? Perché hanno ricevuto il tesserino? Perché gli Ordini non vigilano e depennano chi lo usa solo per entrare al cinema gratis? Ma non finisce qui. A questi dati ufficiali si affianca un esercito di “sfruttati” che, per avere il tesserino lavorano senza retribuzione mettendo anche a serio rischio, il lavoro di chi “sfrutta” il tesserino come professione. Bhe maggiori controlli non farebbero male, sia da parte degli Ordini che dalle autorità competenti. Personalmente non ho mai capito come si gestisce una testa giornalistica regolarmente registrata al tribunale senza giornalisti assunti e senza certificazione di retribuzione al direttore responsabile: misteri della vita? No semplicemente i misteri della nostra casta….Scusate….dimenticavo: “Qui i giornalisti sono tutti assunti”!