Terremoto: cittadini infuriati presidiano il Comune di Mormanno

COSENZA – Pollino in rivolta. Ignorati dalle istituzioni, vessati dal fisco.

Dalle otto di stamattina il paese di Mormanno è in stato di agitazione in attesa di notizie certe sulla proroga dello stato d’emergenza nell’area colpita dal sisma del 26 ottobre scorso. I cittadini del circondario stanno presidiando il Comune in attesa del rientro del sindaco dall’incontro tenuto a Roma tra i primi cittadini del Pollino e il sottosegretario al bilancio Stefano Fassina per riattivare lo stato d’emergenza nelle zone terremotate scaduto il 7 aprile. Un riconoscimento permetterebbe di calmierare la drammatica situazione economico-finanziaria in cui vertono i commercianti e le 114 famiglie costrette ad abbandonare la propria casa e pagare, di tasca propria, l’affitto di nuovi appartamenti. Lo stato d’emergenza consentirebbe infatti, ai residenti delle aree del Pollino coinvolte dal sisma, di godere di sgravi fiscali e beneficiare di un contributo mensile di cento euro a persona per ogni cittadino sfollato. Il sindaco di Mormanno Guglielmo Armentano ha comunicato intorno alle 13.30 che nonostante il Governo appaia disponibile e attento alle problematiche dei residenti del Pollino mancano alcuni resoconti finanziari sulle spese pianificate. Resoconti che il primo cittadino ha immediatamente chiesto all’ufficio tecnico di inviare a Roma entro la giornata di domani. Intanto la Regione ha respinto in data 28 giugno un emendamento che avrebbe permesso di far convogliare un contributo di circa 500mila euro per l’avvio dei lavori di messa in sicurezza degli edifici e ripresa del commercio.

 

Ma c’è di più. Le famiglie sfollate dovranno pagare l’Imu maggiorata sulle case abbandonate a seguito dello sgombero deciso dalle autorità in quanto ad oggi risultano in quanto inabitate essere classificate come seconda casa. Un nodo che il Comune ha sciolto devolvendo parte dei 50mila euro raccolti con le beneficienze per coprire la prima rata della tassa. Una soluzione temporanea ad un problema che, qualora le famiglie non dovessero rientrare nelle proprie abitazioni, si riproporrà a dicembre con l’arrivo della seconda rata. I comitati di cittadini in una lettera aperta inoltrata alle istituzioni comunali e regionali denunciano: “la quasi totale, desolante, assenza delle Istituzioni, in particolare della Regione Calabria che, pur se a conoscenza delle loro difficoltà, ha messo in campo poche, per non dire nessuna iniziativa concreta a favore delle famiglie sfollate, che, a tutt’oggi, non sono ancora potute ritornare nella propria abitazione e delle attività economiche che non hanno ricevuto nessun sollievo neanche dal punto di vista fiscale. Di contro apprendono dalla stampa che un emendamento che poteva accendere un lume di speranza nelle popolazioni colpite è stato respinto dal Consiglio Regionale in data 28-06-2013. Ci si sarebbe aspettato che, così come avvenuto in altre regioni italiane (quali l’Emilia, la Toscana e la Liguria), anche la Calabria si fosse mobilitata direttamente, per come prassi vorrebbe, a supporto delle popolazioni colpite. Nonostante le prime passerelle immediatamente dopo il sisma, ci sentiamo di dover sottolineare il completo disinteresse delle Istituzioni sul problema del terremoto del Pollino. Tutto quanto premesso, alimenta un malcontento diffuso nella cittadinanza che sta creando malumori e frustrazione non più governabili e che rischiano di sfociare in proteste molto più eclatanti”. Nelle prossime ore i manifestanti decideranno le modalità con le quali proseguire la protesta ed informano che attualmente si sta vagliando la possibilità di scendere in piazza con una sorta di protesta-staffetta che coinvolgerà tutti i comuni terremotati paralizzando l’intera area del Pollino.

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