COSENZA – Confezionavano documenti di ogni tipo pur di ottenere permessi di soggiorno.
Due persone residenti a Belmonte Calabro sono state arrestate su richiesta della Procura di Paola per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le violazioni del testo unico sulla migrazione sono state scoperte dalla guardia di finanza che, partendo dalle segnalazioni di alcune aziende, avrebbero smascherato una rete attivata per rendere possibile l’entrata su territorio nazionale attraverso documenti falsi che certificavano le assunzioni dei migranti. In realtà nessuna delle persone alle quali veniva rilasciato il nulla osta per dimorare regolarmente in Italia ha mai lavorato per le ditte menzionate sulle richieste dei visti. Spesso le aziende stesse pare fossero ignare del fatto che con la propria ragione sociale si compilassero documenti necessari ad entrare nel Belpaese. Gli atti falsificati sono stati vagliati dalle autorità inquirenti a seguito delle denunce partite da alcuni imprenditori ai quali sono state notificate diverse comunicazioni dell’Ufficio immigrazione della Prefettura di Cosenza in cui si chiedeva di ritirare i famigerati ‘nulla osta’. A riuscire a scavalcare la matassa della burocrazia italiana sul tema migrazione pare siano stati almeno 40 migranti su 72 presentati alle autorità come braccianti agricoli grazie all’apposizione di firme false e procure speciali falsificate nonché attraverso la sostituzione di persona. Attualmente gli inquirenti non hanno accertato se i migranti pagassero ai due cosentini il servizio di ‘assistenza burocratica’ o se fossero in contatto con gli scafisti dei paesi di provenienza dei migranti. I due sono stati sottoposti al provvedimento cautelare dell’obbligo di dimora.