Per i giudici non si è trattato di un caso di bancarotta fraudolenta.
COSENZA – Tre condanne e tre assoluzioni. Questo il bilancio di un processo scaturito cinque anni fa dal fallimento della Vallecrati Spa. L’azienda che si occupava di depurazione e di raccolta e smaltimento rifiuti per 43 comuni cosentini al 51% di proprietà pubblica, con il Consorzio Valle Crati a cui sono state ritrasferite le competenze dopo la chiusura, era gestita anche da tre soci privati: Attilio Pellegrino, Giosè Marchese e Antonio De Rose. Questi sono stati assolti dal Tribunale di Cosenza dalle accuse di aver movimentato due milioni di euro dalle casse della Vallecrati Spa nonostante lo stato di sofferenza dell’azienda perchè ”il fatto non costituisce reato”. Non sono perseguibili per bancarotta fraudolente, ma sono stati condannati per essersi autoliquidati con una somma di circa 70mila euro, quando ormai si era in piena procedura fallimentare, i tre amministratori del consorzio Giovanni Maraniello, Corrado Ciavarella e Francesco Casciaro. I tre dovranno scontare rispettivamente un anno di detenzione, ma la pena resta per ora sospesa. Ai lavoratori che hanno partecipato al processo in veste di parte civile saranno versati 3.500 euro di risarcimento più una quota che dovrà ancora essere stabilita in sede civile. Il ‘buco’ in bilancio di Vallecrati, si ricorda, ammontava a circa 36 milioni di euro. Oggi al Consorzio Vallecrati è stato affiato un appalto da 35 milioni di euro per il completamento della rete fognaria nei Comuni consorziati.